Dal 4 maggio una quarantina di operai presidiano il magazzino Fruttital di Milano, un’azienda che opera nel settore dell’ortofrutta dove impera come in tante aziende della logistica il sistema delle cooperative.
Nel magazzino di Milano, i padroni hanno approfittato del lockdown causato dal coronavirus, per mettere gli operai sotto attacco. In questo magazzino che impiega 60 operai, si sono avuti quattro casi di coronavirus, sei operai avevano sintomi ed erano stati messi in quarantena e una ventina si sono messi in malattia per non esporsi al virus. La risposta del padrone, che premeva per fare continuare l’attività, è stata di chiudere il magazzino per emergenza sanitaria il 27 di marzo, e poi di spostare la produzione nei magazzini di Verona e Firenze.
In realtà la direzione aveva già cercato di chiudere questo magazzino prima di Natale. L’obiettivo era di farla finita con un posto dove gli operai si erano organizzati in sindacato e avevano imposto salari di 1500 euro in media e giornate di 8 ore, mentre nelle altre sedi della società il salario è intorno a 1250 euro e gli operai sono costretti a fare 12 ore al giorno.
Nei primi giorni dell’epidemia la direzione continuava a far lavorare gli operai senza le dovute misure sanitarie. Poi, quando le ha applicate, sono state il pretesto per tornare indietro sulle condizioni di lavoro. Dopo aver provato a mandare una lettera di licenziamento, la direzione ha deciso di mettere gli operai in cassa integrazione, ma soldi non se ne sono visti.
Per questo da più di un mese i lavoratori presidiano il magazzino per impedire lo spostamento del macchinario ed essere riassunti. E la lotta continua!
Corrispondenza Milano