In Francia, alle elezioni europee del 26 maggio, è presente una lista comunista rivoluzionaria dell'organizzazione trotskista Lutte ouvrière (Lotta operaia), legata alla tendenza internazionale UCI (Unione comunista internazionalista) di cui fa anche parte “l'Internazionale”.
Guidata da Nathalie Arthaud, insegnante, e da Jean-Pierre Mercier, operaio dell'automobile, la lista è composta da 79 candidati operai, impiegati, lavoratori dei vari settori e regioni del paese che ci tengono ad affermare una posizione di classe in occasione di questa consultazione elettorale. I nostri compagni dichiarano tra l'altro:
“Certamente, le elezioni non cambieranno la vita e per questo i lavoratori dovranno lottare con le loro armi di classe. Ma le elezioni europee sono almeno un'opportunità per i lavoratori, occupati o pensionati, stabili, precari o disoccupati, di esprimere le loro richieste vitali. I fine mese sempre più difficili, gli stipendi o pensioni con cui è impossibile pagare le bollette e vivere dignitosamente, la paura di perdere il lavoro: questi sono i problemi delle classi lavoratrici, sollevati tra l'altro dal movimento dei gilets gialli. Non si può rispondere a questi problemi senza mettere in discussione il controllo dei capitalisti su tutta la vita sociale.
Per aumentare i loro profitti, i grandi gruppi capitalisti sopprimono posti di lavoro, chiudono stabilimenti, riducono i salari e aumentano il carico di lavoro. Per distribuire loro miliardi di euro di denaro pubblico, lo stato sta tagliando posti di lavoro utili negli ospedali, nell'educazione e in tutti i servizi pubblici.
Questi capitalisti usufruiscono delle ricchezze create da coloro che lavorano. Senza fiducia nel futuro della propria economia in crisi, non vogliono investire nella produzione e preferiscono indirizzare il loro capitale verso la finanza, il cancro che minaccia la società di un altro crollo. Allora per permettere a tutta la popolazione di vivere come si deve i loro miliardi di profitti vanno utilizzati per aumentare i salari, le pensioni, i sussidi di disoccupazione e indicizzarli sul costo della vita. Per combattere la disoccupazione, bisogna imporre il divieto dei licenziamenti e la spartizione del lavoro tra tutti senza diminuzione del salario.
È legittimo voler controllare ciò che lo Stato e gli eletti fanno con le tasse che paghiamo, ma lo è altrettanto controllare le gigantesche somme che passano nelle mani dei capitalisti. Come si fa a dire che non ci siano soldi per pagare le pensioni o costruire nuove case mentre la prima fortuna francese, quella di Bernard Arnault, è aumentata di 30 miliardi di euro in un solo anno!
In queste elezioni molti mettono in discussione l'Unione europea. Ci sono liste favorevoli all'Unione ed altre che la combattono in nome del “sovranismo”. Entrambi ci portano in vicoli ciechi. Le frontiere non proteggono i lavoratori. Li dividono. Non fermano le crisi o l'avidità dei padroni. Ma d'altra parte l'Europa odierna non è lo spazio di libertà tanto pubblicizzato. In 60 anni di esistenza, qual è il suo bilancio? Non esiste un salario minimo europeo e i diritti fondamentali, come l'accesso all'aborto, non sono unificati verso l'alto! Per i migranti in cerca di un posto per guadagnarsi da vivere, è un repellente mortale.
Votare Lutte ouvrière significa respingere sia l'Europa del capitale che il ripiegamento nazionale, la xenofobia e il razzismo. È utilizzare il voto per far sentire gli interessi e le esigenze dei lavoratori. È l'unico modo di esprimere un voto di classe!”