Si fa sempre più urgente una risposta di lotta di tutti i lavoratori. A luglio, infatti, finiscono definitivamente gli ammortizzatori sociali
In Fca vi sono due realtà totalmente e insopportabilmente contrastanti. Da un lato vi sono i lavoratori, sempre più preoccupati per l’ormai prossima e ultima scadenza dei contratti di solidarietà, prevista nel mese di luglio. C’è inquietudine per l’estensione a Mirafiori dei cds dai 2000 iniziali a 3526,cioè quasi tutti i lavoratori, e per l’aumento degli esuberi da 1245 a 2080. Gli ammortizzatori sociali, peraltro, riguardano ormai da molto tempo quasi tutte le sedi del gruppo. Dall’altro lato vi è la società con i suoi azionisti e i suoi manager, le cui tasche sono sempre più gonfie di profitti. L’Exor, la “cassaforte” della famiglia Agnelli, sulla spinta del capitale finanziario di Fca, ha infatti chiuso il 2017 con utile netto di 1,39 miliardi di euro (+136% rispetto al 2016). Gli azionisti vedranno così riconosciuto un monte dividendi pari a 82,3 milioni di euro.
È dunque sempre più urgente una risposta di tutti i lavoratori con la lotta. Il Coordinamento degli operai autorganizzati Fiat-Fca, nato recentemente per iniziativa di lavoratori di Melfi, Cassino, Termoli, Mirafiori e Pomigliano, ha dato vita, unitamente ai sindacati di baseSi.Cobas e Cobas Mirafiori, a volantinaggi e presidi negli stabilimenti di Pomigliano e di Mirafiori, che il 23 marzo sono sfociati in uno sciopero nazionale di tutta la Fca. Al di là della risposta dei lavoratori, ancora non sufficientemente determinata ed omogenea, va comunque riconosciuto a questi compagni il merito di aver fatto appello alla mobilitazione unitaria per rivendicare la garanzia del salario e del posto di lavoro. E’ importante che queste azioni proseguano nella ricerca del vero e concreto coinvolgimento dei lavoratori, senza cadere nell’autoreferenzialità che troppe volte ha tarpato le ali alle migliori intenzioni.
Pare che anche la Fiom si stia muovendo con una campagna di assemblee che dovrebbero aver luogo nel mese di giugno (meglio tardi che mai?) per l’avvio di un negoziato sull’occupazione e sulla contrattazione con il coinvolgimento di Fim e di Uilm. Resta ancora da capire su quali rivendicazioni si voglia far partire questa trattativa. Se si intende, come è stato fatto sin qui, mendicare il solito fumoso piano industriale, i soliti nuovi modelli, i soliti tavoli istituzionali, allora è tempo perso. Quello che occorre è un piano di lotta su obiettivi concreti. I lavoratori di Fca, per ritrovare la fiducia nelle proprie forze, hanno bisogno di certezze. Di fumo negli occhi ne hanno avuto fin troppo!
M.I.