Al primo turno delle presidenziali si sono presentati dieci candidati, di cui tre a sinistra del Partito socialista. Così il "Fronte di sinistra" costituito dal Partito comunista e dal Partito di sinistra ha candidato Jean-Luc Mélenchon, ex senatore del Partito socialista che oggi parla di "rivoluzione dei cittadini" per criticare la politica di gestione del capitalismo proposta da Hollande. Ma Mélenchon sosterrà quest'ultimo al secondo turno e appoggerà la sua politica, anche se con qualche critica. D'altra parte Philippe Poutou, candidato del Nuovo partito anticapitalista (NPA) che si può paragonare a Sinistra critica in Italia, ha rappresentato una parte dell'estrema sinistra che vorrebbe essere allo stesso tempo ecologista, femminista e libertaria ma rifiuta l'etichetta comunista. E, in fine, Lutte Ouvrière (Lotta operaia) ha candidato Nathalie Arthaud che è stata l'unica a dichiararsi apertamente comunista.
Il 22 aprile Hollande ha raccolto il 28,63% dei voti, Mélenchon l'11,13%, Poutou l'1,15% e Nathalie Arthaud lo 0,57%. È evidente che c'è stata una forte pressione per il cosiddetto “voto utile” cioè intorno all'idea che bisognava votare per i candidati che mettevano al primo posto l'obiettivo di ”cacciare Sarkozy”, a prescindere dal loro vero programma.
Invece nella campagna di Nathalie Arthaud, Lutte Ouvrière ha voluto ridare alla parola “comunista” tutto il suo vero significato, portando avanti un programma di difesa degli interessi della classe operaia di fronte alla crisi.
La classe operaia paga molto caro la crisi dell'economia capitalista. Essa non è responsabile della crisi, non ha mai gestito la vita economica e ha ricevuto solo briciole nei periodi di prosperità, ma ad essa la borghesia e il suo Stato impongono i sacrifici. Essa subisce i licenziamenti, il suo potere d'acquisto è schiacciato, subisce le misure di austerità. È tanto più rivoltante in quanto i responsabili della crisi, i banchieri, i proprietari azionisti delle grandi imprese godono della crescita continua dei loro profitti.
La collera contro la destra al governo e contro questo presidente che si è meritato il soprannome di presidente dei ricchi è più che giustificata. Ma nella sua campagna Nathalie Arthaud ha detto che votando per la sua candidatura si poteva esprimere l'opposizione, non solo all'uomo che occupava l'Eliseo, ma anche a tutto il sistema che serve, dominato dal denaro, dalle grandi dinastie borghesi che hanno il vero potere, quello di decidere del salario o dell'impiego e della vita dei loro lavoratori quando chiudono un'impresa.
Votare per Nathalie Arthaud era anche il modo di pronunciarsi per un programma di lotta la cui attuazione non dipende dall'uomo installato all'Eliseo ma dall'azione collettiva, cosciente, di tutta la classe operaia. Ha ribadito questo programma durante tutta la campagna, difendendo in particolare:
- Il divieto dei licenziamenti, la ripartizione del lavoro tra tutti senza diminuzione di salario e la creazione di posti di lavoro utili in numero sufficiente nei servizi pubblici.
- L'aumento generale dei salari e delle pensioni e la loro indicizzazione automatica sull'aumento dei prezzi.
- L'obiettivo di imporre alle imprese il controllo dei lavoratori, dei consumatori e della popolazione in modo che i padroni siano costretti di rendere dei conti, di dire ciò che nei loro profitti va agli azionisti e alla speculazione, di svelare i loro piani di licenziamenti con anticipo affinché i lavoratori coinvolti e la popolazione possano reagire in tempo.
Per il secondo turno Nathalie Arthaud non ha dato il suo sostegno a Hollande, dicendo che i suoi elettori faranno le loro proprie scelte. Qualunque sia l'esito finale di questa elezione presidenziale, i lavoratori non potranno evitare la lotta. Quello che conterà sarà la capacità collettiva della classe operaia di rovesciare il rapporto di forze con la grande borghesia. Questo è possibile. La classe operaia rappresenta una forza formidabile, irresistibile, dal momento che ha una chiara coscienza dei suoi interessi, dal momento che è pronta a lottare per difendersi e non conta su nessuno per farlo al suo posto.
In questa lotta occorrerà che i lavoratori si ritrovino intorno ad obiettivi che consentano di cambiare davvero il rapporto di forze con la classe capitalista e il governo, qualunque esso sia. Lutte Ouvrière ha candidato Nathalie Arthaud per popolarizzare questi obiettivi e per difendere, in queste elezioni, la continuità di una politica comunista. Sarà molto importante per il futuro.