Una volta arrivata, abbiamo potuto constatare quanto è enorme, quanto è ingombrante, quanto invade il porto. Sembra difficile, se non impossibile, immaginare il traffico estivo, per non parlare del traffico industriale e delle metaniere che verranno, in un bacino che definire esiguo è riduttivo
E' entrata in porto di notte, e non poteva essere altrimenti. Dopo qualche ora di attesa alla fonda, la sera del 19 marzo, una volta partito l'ultimo traghetto, la nave rigassificatrice Golar Tundra, trainata da ben quattro rimorchiatori, ha attraccato alla banchina est della darsena nord del porto di Piombino. Trattasi della banchina che era stata costruita nel tentativo di aggiudicarsi i lavori di demolizione della Costa Concordia, poi dirottata a Genova proprio per motivi di spazio e di fondale, salvo altri. Chi a suo tempo aveva sperato nei posti di lavoro che avrebbe potuto assicurare la rottamazione della Concordia, non immaginava che la banchina sarebbe stata utilizzata altrimenti, e meno che mai nella fattispecie presente; resta però il beneficio del dubbio che, dati i nove chilometri scarsi che separano il porto dalla rete nazionale, a qualcuno la nefasta idea fosse già venuta in mente. Fatto sta che, con la scusa dell'emergenza e saltando a piè pari qualsiasi norma di sicurezza, è previsto che entro il mese di aprile i tubi della condotta siano agganciati alla nave e successivamente effettuati i controlli che daranno il via all'entrata in funzione; a maggio, pare. D'altra parte, circa il peso che potrà rivestire il giudizio del TAR in merito al ricorso del Comune di Piombino e altri contro il rigassificatore, sentenza prevista per il prossimo 5 luglio, il presidente della Regione Toscana e commissario straordinario del Governo per il rigassificatore, Eugenio Giani, ha già le idee molto chiare: "C'è ampia giurisprudenza da un punto di vista amministrativo sulla vicenda, quindi basta cogliere cosa accade per prassi nel momento in cui la giustizia amministrativa si pronuncia e si vedrà che accadrà quello che avviene in tutti i casi di questo genere." Se il ricorso sarà accolto "la nave sarà già in funzione e quindi continuerà ad andare" (La Repubblica, 20.3.23).
E quindi riepilogando: a prescindere dal giudizio che un tribunale amministrativo possa dare sulla vicenda, a prescindere dalla pericolosità dell'impianto, a prescindere dalle proteste e dalla volontà della maggioranza della popolazione, a prescindere da qualsiasi sentenza, ragionevole, motivata e dimostrata, "la nave sarà già in funzione e quindi continuerà ad andare". Una considerazione curiosa sulle cosiddette democratiche istituzioni e sulle tutele giuridiche annesse e connesse. Da ricordare, comunque...
Nel frattempo, la Prefettura di Livorno rende noto il divieto di sorvolo emesso dall'ENAC nell'area del porto di Piombino e in quella adiacente allo scalo, per motivi di sicurezza legati alla presenza del rigassificatore. Il quotidiano locale Il Tirreno celebra invece con titoloni a tutta pagina l'arrivo in porto della prima nave carica di 23.000 tonnellate di blumi, semilavorato siderurgico destinato all'acciaieria. L'arrivo del cargo e il suo attracco in banchina a poche centinaia di metri dal rigassificatore assume le caratteristiche di un evento, per la difficoltà dell'operazione e per la quantità e qualità delle manovre necessarie."La manovra è stata completata con maestria dai piloti del porto e dagli ormeggiatori piombinesi" si rallegra Il Tirreno del 5 aprile u.s., non mancando di sottolineare come "la convivenza" tra rigassificatore e fabbrica, caldamente raccomandata dai sindacati, si dimostri in questo modo possibile - secondo l'articolista - oltre ogni ragionevole dubbio. Rimorchiatori e ormeggiatori festeggiano: fin troppo facile arguire i motivi dell'appoggio incondizionato destinato al rigassificatore da queste imprese. Una vera miniera d'oro per loro, la quantità e qualità delle prestazioni richieste.
I Comitati contro il rigassificatore hanno visto assottigliarsi nel tempo il sostegno alle iniziative e le persone coinvolte, spesso per sfiducia nella possibilità di influire sulle decisioni e sull'incisività dei metodi utilizzati. Certo è che lo sciopero generale, proclamato a ottobre dal sindacato USB, pur avendo ottenuto un risultato e una partecipazione notevoli, ha dovuto affrontare il silenzio dei sindacati confederali e la scarsa propensione a vedere nello sciopero un'arma efficace. Il volantinaggio effettuato da uno dei Comitati sulla strada per il porto, per sensibilizzare i viaggiatori sui rischi connessi alla presenza del rigassificatore insieme ai traghetti, è riuscito perfino a suscitare critiche perché...scoraggerebbe il turismo. Non le tonnellate di cloro che verranno sversate in mare, non i rischi effettivi della presenza di un impianto rigassificatore pericoloso in porto scoraggerebbero la mitica industria turistica, ma un semplice volantino che ironicamente (ma non tanto) denuncia: "Congratulazioni! Avete vinto l'opportunità di navigare in acque interdette e la possibilità di saltare in aria insieme a noi, grazie alla nave gasiera già piena di GNL, che troverete ormeggiata a un tiro di fionda dalla vostra imbarcazione". Un assessore del Comune di Piombino ha perfino ventilato il rischio, che il Comitato rischierebbe, di una denuncia per procurato allarme...Ma la cartina stampata sullo stesso volantino mostra la distanza di sicurezza che separa l'impianto di rigassificazione di Livorno dalla costa (22 km.) e il raggio di interdizione dallo stesso a qualsiasi natante (3 km). Più che procurato allarme, si direbbe un avvertimento realistico.
Corrispondenza Piombino