Non sarà la costruzione di una moschea ad alterare il profilo sociale di Milano. Saranno gli interessi organizzati – i “poteri forti” – che fanno capo alla borghesia detta “progressista” ovvero a quella detta “moderata”, a seconda che vinca Pisapia o la Moratti.
Le due borghesie non contano molto ai fini del risultato elettorale. Contano parecchio “dopo”, quando si tratta di governare le risorse cittadine. Marx chiamava i governi delle democrazie liberali il “Comitato esecutivo della borghesia”. Sarà tale Comitato – sulla base degli interessi dei suoi componenti – a disegnare il profilo di Milano. Chiunque vinca, i due pallidi candidati sono stati – per dirla ancora con Marx – la “falsa coscienza” di tali interessi.
Piero Ostellino, Corriere della sera, 26 maggio 2011
Alla vigilia delle elezioni amministrative, con la penna di Ostellino, il più importante quotidiano milanese e nazionale, da sempre portavoce di settori influenti della borghesia industriale e finanziaria, ha sentito il bisogno di tranquillizzare tutta la borghesia, e per farlo ha avuto bisogno di scomodare Marx. Quando ha bisogno di comprendere e far comprendere, direttamente e senza abbellimenti ideologici, la sostanza del potere politico, la borghesia è costretta a ricorrere al marxismo. Quando vi faranno ricorso i lavoratori, tutti i “pallidi candidati”, e non solo a Milano, si ritroveranno dalla stessa parte della barricata, a difendere con tutti i mezzi i privilegi delle rispettive borghesie.