Da più di un anno gli operai delle “cooperative” che svolgono lavori di logistica, in particolare per i supermercati e la grande distribuzione del Nord, hanno condotto diverse lotte. Questi operai, in maggior parte immigrati, vogliono giustamente fare riconoscere i loro diritti e sono riusciti a costringere i loro padroni e quelli dei mandanti a fare qualche passo indietro.
Non era affatto difficile immaginare che presto o tardi l'avversario di classe cercasse di prendere delle misure di fronte a questo dilagare di lotte operaie nelle cooperative di facchinaggio, ormai anche in quelle di Brescia e di Roma, dopo Milano, Piacenza e Bologna.
Gli interessi economici immediati non sono certo di poco conto. Il seguente comunicato del sindacato S.I.Cobas riporta gli ultimi attentati che hanno colpito alcuni tra i delegati più attivi e combattivi in queste lotte.
A febbraio del 2012 al delegato del magazzino Ortofin di Caleppio di Settala gli hanno messo della benzina nell'auto e bruciato i sedili e la tappezzeria interna. Un mese fa, al coordinatore di Cremona del S.I.Cobas hanno tagliato le quattro gomme dell'auto. Sempre nello stesso magazzino dell'Ortofin di Liscate, alle ore 23,00 circa hanno fatto saltare l'auto dell'altro delegato che lavora nella cooperativa.
I carabinieri chiamati, senza fare il minimo d'indagine hanno sostenuto che si era trattato di un'autocombustione interna, anche se l'auto non viaggia col combustibile a gas. Una colossale boiata rivelatasi falsa, all'indomani, quando sono stati trovati all'interno dell'auto dei candelotti confezionati con polvere da sparo per fare un grosso danno e soprattutto dopo la visione del video della telecamera di sorveglianza, dove si vede un individuo che si avvicina all'auto e accende la miccia dell'ordigno.
Chi ha fatto tutto ciò, per il momento non si sa, ma è chiaro che nel sistema delle cooperative ci sono ambienti malavitosi, mafiosi che utilizzano tutti gli strumenti per intimorirci. Qualche sindacalista invita la polizia a raddrizzarci coi manganelli la schiena, qualcuno come nel volantino che ha attaccato alla bacheca aziendale dell'Ortofin ci accusa di essere interessati a difendere l'appalto al solo scopo di difendere i nostri interessi; qualche questore, come all'Ikea, impartisce l'ordine di manganellarci perché difendiamo il posto di lavoro di 12 lavoratori e la loro possibilità di organizzarsi in sindacato nell'azienda, qualcun altro ci processa perché quattro anni fa abbiamo iniziato uno sciopero alla Bennet di Origgio conclusosi positivamente per i lavoratori (dove è presente il Consorzio CAL, che guarda caso è in stretto contatto con il consorzio della CGS dell'Ikea) e per questo accusano 20 persone di tutte le nefandezze possibili, per accreditare la tesi che si è di fronte ad un gruppo di facinorosi atti a sovvertire la legalità costituita dallo Stato.
Insomma, nella vecchia tradizione, i vari apparati illegali, le istituzioni, i partiti borghesi non fanno che il loro mestiere e cioè quello di cercare di mettere fuori gioco chi cerca di difendere le condizioni di lavoro e di vita degli operai nei magazzini e nelle fabbriche e non si fanno intimidire dalle vili attenzioni delinquenziali e dalla repressione poliziesca.