Con gli occhi di un immigrato

Con gli occhi di un immigrato

Ho ferma speranza di trovare un buon lavoro, poiché un mio amico, un vecchio piemontese, fa il possibile per procurarmelo. In campagna acquistai salute e forza. Dico campagna, ma il paese dove lavoro conta 30.000 anime. Ha la biblioteca pubblica, la scuola superiore e scuole serali, numerosi parchi e laghetti lo circondano. (…) Ho patito molto a trovarmi in mezzo a gente straniera, indifferente e talora ostile. Ho dovuto soffrire delle ingiurie e scherni da gente che se avessi saputo una decima parte di inglese di quanto so l’italiano, l’avrei messa nella polvere.

Qui la giustizia pubblica è basata sulla forza e sulla brutalità, e guai allo straniero e in particolare l’italiano che voglia far valere la ragione con mezzi energici; per lui ci sono il bastone delle guardie, le prigioni e i codici penali.

Bartolomeo Vanzetti. Lettera alla sorella, 12 gennaio, 1911