Catene invisibili

Catene invisibili

- “Chi è il tuo padrone?” domandò il giovane re al tessitore.

- “Il nostro padrone!” esclamò il tessitore con stizza. “È un uomo come me. Veramente c’è una sola differenza fra noi, che lui porta bei vestiti mentre io sono coperto di cenci, e mentre io sono indebolito dalla fame, lui soffre non poco per aver mangiato troppo”.

- “Il paese è libero”, disse il giovane re “e tu non sei uno schiavo”.

- “In guerra”rispose il tessitore, “i forti schiavizzano i deboli, e in pace i ricchi schiavizzano i poveri. Per vivere dobbiamo lavorare, e quelli ci danno una paga così modesta che moriamo. Sgobbiamo per loro tutto il giorno e quelli ammucchiano oro nei loro forzieri, e i nostri bambini svaniscono anzitempo, e i visi di coloro che amiamo divengono duri e cattivi. Noi calpestiamo l’uva, e qualcun altro beve il vino. Noi seminiamo il grano ma la nostra tavola è vuota. Siamo in catene anche se nessun occhio le vede; e siamo schiavi anche se gli uomini dicono che siamo liberi.”

Oscar Wilde, “Il giovane re”, 1891