A luglio 8000 lavoratori di Fincantieri e dell’indotto rischiano di perdere il posto di lavoro. Gli operai, come nei mesi scorsi, sono tornati più volte in piazza dando vita a cortei e blocchi stradali per chiedere il rispetto degli accordi sulla realizzazione del bacino di costruzione (le tanto sbandierate commesse si sono rivelate il classico “specchietto per le allodole”) e la garanzia che dal primo luglio non sia sospesa la cassa integrazione per assenza di fondi regionali.
La notizia di una mediazione tra il prefetto di Napoli e il ministero dell’Economia non è bastata a rassicurare gli operai che, stanchi di promesse non mantenute, sono determinati a non fermare la lotta.
Corrispondenza da Napoli