Quando scrivemmo l'ultima volta della Dema era il marzo scorso. In Febbraio, l'azienda dell'indotto Alenia che produce componentisca per l'aviazione aveva comunicato ai sindacati la decisione di licenziare 61 lavoratori stabili e di non rinnovare 40 contratti a termine. Questo nonostante le commesse abbondino.Il pretesto: dissesto di bilancio causato da un cronico indebitamento contratto con le banche (da anni l'azienda non versa i contributi all'Inps e al fondo pensione Cometa).
I lavoratori scesero in lotta con assemblee, scioperi e picchetti. La proprietà si decise infine a siglare un accordo che avrebbe dovuto assicurare il ritiro dei licenziamenti mediante la cassa integrazione a rotazione ed un percorso di formazione finalizzato al rientro di tutti i lavoratori. I sindacati si dichiarono un po' troppo frettolosamente soddisfatti, convinti che la vicenda fosse ormai chiusa definitivamente.
La Dema, invece, quell'accordo non l'ha rispettato e non ha esitato ad escludere dalla rotazione otto lavoratori tra i più combattivi. Di nuovo, il 28 giugno, gli operai sono scesi in sciopero con picchetto contro lo straordinario al sabato. Cinque di questi otto alla fine sono rientrati al lavoro, uno di essi, rsu Fiom, demansionato da impiegato ad operaio. E tanto per rendere ancor più dura la lezione a chi non ha voluto piegare la testa, è arrivato il licenziamento di Cristian Avino, anche lui impiegato e rappresentante sindacale Fiom, accusato di aver usato Internet durante le ore di lavoro per scopi personali. Tutti in Dema sanno che l'uso on line del pc in questa azienda fa parte della quotidiana organizzazione del lavoro e che la mansione di impiegato amministrativo di Cristian comporta necessariamente l'uso della posta elettronica per curare i rapporti con i fornitori. Tutti sanno che il vero e unico motivo del licenziamento di Cristian sta in realtà nell'essere impegnato attivamente in campo sindacale.
Al licenziamento di Avino si è risposto sabato 5 luglio con un nuovo sciopero con picchetto al sabato. Bene, ma non basta. Pe vincere l'arroganza del padrone Dema occorre agire senza più titubanze cercando un maggior coinvolgimento di tutti i lavoratori nella lotta con assemblee e scioperi nei reparti e negli uffici, e soprattutto evitando l'isolamento dai lavoratori delle altre fabbriche del territorio, Alenia in primis. Cose, bisogna dirlo, che non sono state fatte nel passato, e che oggi pesano nei rapporti di forza. A rappresentanze sindacali divise tra chi supporta senza veli il padrone come la Fim e la Uilm e chi, come la Fiom, cerca solo un posto al tavolo delle trattative, i lavoratori devono rispondere con l'unità della lotta rifiutando i recinti aziendali.
Corrispondenza da Somma Vesuviana (NA)