Buoni propositi, da riprendere

Si annunzia una guerra europea. I popoli stanno per essere scagliati gli uni contro gli altri per ammazzarsi, massacrarsi, dilaniarsi in terra, in mare, nell’aria. I governi approntano i mezzi spaventosi di distruzione, la vita civile sta per essere paralizzata, e l’Europa corre verso le tenebre sanguinose della barbarie (…) Per bocca dei loro rappresentanti, da Basilea, i lavoratori gridano ai governi un ammonimento che è una sfida: osate di proclamare la guerra e noi reagiremo con tutti i mezzi. Se dobbiamo morire, non moriremo uccidendo i nostri fratelli, ma ci sacrificheremo per la causa dell’emancipazione operaia, cercando di rovesciare per sempre il dominio della borghesia.

Al momento che si annunzierà l’ordine di mobilitazione, noi proclameremo lo sciopero generale senza limite, alla proclamazione di guerra risponderemo con l’insurrezione armata, sarà la rivoluzione sociale…

Le formule diventano realtà. La rivoluzione non è più il sogno di domani ma la minaccia di oggi. Gli scettici della borghesia hanno impallidito, i governi hanno indietreggiato. Forse non oseranno.

Se oseranno la parola d’ordine è data. I socialisti sono pronti.

Dal resoconto del Congresso socialista di Basilea, pubblicato da “La Voce”, 8 dicembre 1912