Il passaggio che nel Manifesto delinea la tendenza del capitalismo ad abbassare la qualità della vita fino a trasformarla in povertà fu bersaglio di un pesantissimo fuoco di fila. Preti, accademici, ministri, giornalisti, teorici della socialdemocrazia e leader sindacali fecero fronte comune contro la cosiddetta "teoria dell’impoverimento". Invariabilmente essi scorgevano segni di crescente prosperità fra i lavoratori, confondendo abilmente aristocrazia operaia con proletariato e brevi parentesi con tendenze permanenti, mentre lo sviluppo del capitale più potente del mondo, quello statunitense, trasformava milioni di lavoratori in poveri, mantenuti grazie alla carità privata, federale o municipale che fosse.
Trotskij, 1938