La GB srl è una ditta che fa capo ad Orange, ha sede a Venezia e fornisce servizi alle aziende di autonoleggio presenti, tra l'altro, all'aeroporto di Pisa. Assume lavoratori per lavare le auto e varie operazioni ma vuole potersene sbarazzare a piacimento, a seconda della stagione e di come vanno gli affari, e anche come risposta a quelli che cercano di difendersi.
L'organizzazione del lavoro prevede 18 lavoratori a tempo indeterminato ma nei periodi d'estate il numero triplica con rapporti di lavoro stagionali. Da tre anni, da quando la GB si è aggiudicata l'appalto, mai uno stipendio è stato versato regolarmente, ma sempre in due parti.
Così il 16 ottobre, durante la manifestazione pisana contro il precariato una ventina di lavoratori, quasi la totalità dell'organico, hanno portato le loro rivendicazioni contro le condizioni di lavoro alla GB: mancanza spogliatoi, mensa, doccia o bagno per chi lavora tutto il giorno sui parcheggi, contratti a chiamata con “ritenuta d'acconto”, rifiuto totale del padrone di esaminare le domande dei dipendenti. Dopo la manifestazione i lavoratori hanno raggiunto il terminal autonoleggi inscenando una protesta e pretendendo un incontro con i vertici dell'azienda. La ditta ha rifiutato e poi risposto il giorno dopo con misure di ritorsione, annunciando cinque licenziamenti tra i precari che avevano partecipato alla protesta e vari provvedimenti individuali. Successivamente, la direzione aziendale, pressata dalla trattativa sindacale, si era impegnata a ritornare sui propri passi garantendo il lavoro ai cinque precari.
Il 27 ottobre, tradendo tutti gli impegni presi, la GB ha annunciato ai sindacati l'avvio della procedura di licenziamento collettivo per 11 degli operai a tempo indeterminato e per un consistente numero di precari. Immediatamente i lavoratori sono entrati in sciopero e hanno messo su un presidio permanente.
Purtroppo è solo un esempio dei metodi padronali e delle condizioni di lavoro all'aeroporto di Pisa, un aeroporto che d'estate diventa il terzo aeroporto italiano per il traffico passeggeri. Fa lavorare complessivamente migliaia di dipendenti ma come in tanti altri posti il precariato è la regola. Contratti part-time, a tempo determinato, agenzie interinali, cooperative, contratti a chiamata sono il mezzo trovato dalle varie aziende in giro per impiegare lavoratori “usa e getta”. Alcuni, per esempio tra i facchini, sono chiamati per lavorare due ore, prima di essere chiamati di nuovo, magari tre ore dopo, per lavorare ancora un'ora.
L'aeroporto di Pisa è certamente un buon affare. E' in corso di privatizzazione e suscita l'interesse dei capitali privati. Ormai è uno dei primi centri occupazionali della provincia di Pisa, eppure al tempo stesso i suoi dirigenti riescono a dividere i lavoratori con mille forme contrattuali.
Questo spezzettamento delle condizioni dei lavoratori è certamente lo specchio di quello che succede in tutta Italia; ma alla GB, come in altre imprese, ci sono lavoratori che hanno cominciato a reagire. E infatti oggi i lavoratori hanno bisogno di ritrovare la solidarietà, la coscienza che nonostante tutte le manovre di divisione dei padroni sono una stessa e unica classe che deve imporre condizioni uguali per tutti. E per questo c'è un'unica strada: quella della lotta.
Corrispondenza Pisa