Acciaierie di Piombino - Jsw detta le condizioni

Il fattore più sconfortante di tutta la vicenda Acciaierie di Piombino è la cialtroneria con cui è stata gestita negli anni. Inutile rifare una storia di continui passaggi di mano, dalla proprietà statale a Lucchini, a Severstal, per continuare con gli algerini di Cevital e gli indiani di JSW, tutti senza eccezione accolti come i salvatori della patria da Governo e istituzioni - un po' meno dai Sindacati, quasi per niente dai lavoratori.

Tutti, senza eccezione, hanno promesso mari e monti, non hanno realizzato niente, non hanno mai subito penali o sanzioni per i piani industriali mai realizzati. Hanno vissuto alla giornata approfittando dell'obolo elargito ai lavoratori sotto forma di cassa integrazione, che ha mantenuto- più o meno - la pace sociale, ma ha anche narcotizzato le iniziative di lotta possibili. I piani industriali rimandati sine die, le bonifiche ambientali mai realizzate, le ristrutturazioni e la costruzione dei forni elettrici mai compiute, questi all'ingrosso i risultati dell'ultima gestione, peraltro non dissimile dalle precedenti.

In questa palude stagnante è arrivato il sasso della partecipazione all'appalto per una mega-commessa decennale e miliardaria di rotaie per le ferrovie. Come da copione, JSW fa intravedere, nel caso si dovesse assicurare la commessa, l'aggiornamento delle linee di laminazione, la realizzazione del forno elettrico e il riassorbimento del personale fino a 1.200 lavoratori. Contemporaneamente, durante un'intervista al Financial Times, Sajjan Jindal, presidente e amministratore di Jsw, ha affermato candidamente che le sue imprese negli Stati Uniti e in Italia "non hanno successo" che "non è facile lavorare qui"e che quindi "Jsw Steel venderà il suo business italiano, acquistato nel 2018 per 55 milioni di euro". Ha ammesso che ci sarebbe stata "qualche perdita, ma non un grande problema'".

Smentite scritte non ce ne sono state, solo una generica rassicurazione, su richiesta dei sindacati, del vice presidente JSW Marco Carrai, che afferma si sarebbe trattato solo di "uno sfogo" di Jindal. Come non prestar fede a una fonte tanto attendibile?

A questo punto, viene da chiedersi se il gioco a cui sta giocando JSW preveda di agitare lo specchietto per le allodole di una produzione a Piombino per aggiudicarsi la commessa, vendere lo stabilimento piombinese, e poi produrre le rotaie in India (dove fa profitti da record); o se, adombrando la vendita, sta semplicemente alzando il prezzo dello stesso specchietto per le allodole. Promette (e non è detto che manterrebbe) di produrre a Piombino, ma solo se potrà incassare laute mance pubbliche, magari con finanziamenti vari, prezzi del combustibile agevolati o chissà che altro.

Corrispondenza Piombino