Industria: parassitismo capitalista

Nel 2024, i capitalisti di tutto il mondo avranno tagliato gli investimenti industriali del 26%, portandoli ben al di sotto dei livelli pre-pandemia.

Infatti secondo i calcoli dell'Osservatorio sull'occupazione Trendeo, nel 2024 gli investimenti industriali globali ammonteranno a 1.120 miliardi di dollari, da paragonare ai 1.516 miliardi del 2023. Il calo degli investimenti nel settore manifatturiero, la produzione di merci, è ancora più marcato, pari al 37%. Gli investimenti nel settore energetico sono diminuiti del 15%, mentre sono aumentati nei centri dati e nel settore minerario, e in particolare del 65% nella raffinazione del petrolio e del gas - un dato che da solo misura l'ipocrisia della retorica pro-clima dei grandi trust del settore.

Non solo i capitalisti investono meno nell'industria, ma quando investono non è nelle attività più necessarie per soddisfare i bisogni delle popolazioni, ma verso i settori dove il profitto atteso è maggiore. Di conseguenza, gli Stati Uniti fanno la parte del leone, quasi un terzo del volume totale. I capitalisti europei, lasciando ai politici la demagogia della preferenza nazionale e del protezionismo, investono 256 miliardi in Europa ma 412 miliardi al di fuori di essa. Sanno di poter contare sull'IRA, il piano di sovvenzioni da 370 miliardi di dollari in dieci anni deciso da Biden nel 2022, per rendere i loro investimenti il più redditizi possibile. D'altra parte, la quota di investimenti in Cina è in calo, segno della perdurante crisi del settore immobiliare e della saturazione del mercato cinese e degli effetti delle politiche protezionistiche di Stati Uniti e Unione Europea. Sembra che l'India stia diventando il Paese sostitutivo dei capitalisti in cerca di manodopera a basso costo.

Se gli investimenti industriali sono in calo, non è che i bisogni in materia di trasporti pubblici, medicinali e Sanità siano pienamente soddisfati, anzi. Neanche è perché i capitalisti stiano ormai senza soldi. Infatti, non sono mai stati così ricchi, ma non investono o assumono con lo scopo di produrre i beni necessari a tutti; lo fanno solo per ottenere un profitto. Il fatto è che “investire” nella speculazione finanziaria è chiaramente più redditizio, come dimostra l'impennata delle borse: gli indici sono aumentati del 25-30% negli Stati Uniti in un anno e in Italia di più del 12% per il FtseMib.

La classe capitalista guadagna migliaia di miliardi sfruttando i lavoratori, ma ne lascia milioni disoccupati e gli altri con i salari più bassi possibile. È davvero urgente togliere a questa classe la direzione della società.

S B