I mercati finanziari di tutto il mondo sono entrati in crisi all'inizio di agosto, scatenando il timore di un nuovo crollo economico globale.
Lunedì 5 agosto, la Borsa di Tokyo ha perso più del 12% in un solo giorno, trascinando al ribasso le altre borse asiatiche. Questo ha fatto seguito a un venerdì nero per le azioni delle aziende tecnologiche statunitensi, con l'annuncio da parte di Intel, il gigante dei chip elettronici, di ingenti perdite e di un piano di licenziamento di 15.000 persone, seguito dai crolli in borsa di Google, Amazon e Nvidia.
Da un giorno all'altro, dopo aver portato in alto le azioni high-tech, spinte dai miraggi dell'intelligenza artificiale, la speculazione finanziaria le rigetta, per poi magari ricomprarle a prezzi bassi, e centinaia di miliardi di dollari spariscono dai mercati finanziari nel giro di poche ore. Ma tempeste di questo genere fanno parte del normale funzionamento del sistema capitalistico. Alcuni probabilmente ne usciranno ancora più ricchi. Si è saputo che il miliardario Warren Buffet ha venduto metà delle sue azioni Apple pochi giorni prima del crollo, avendo così a disposizione 277 miliardi di dollari in contanti per fare affari dopo la tempesta.
Ma questa consueta speculazione finanziaria avviene in un'economia in crisi. I capitalisti temono una recessione negli Stati Uniti. I consumi delle famiglie sono in calo e le aziende che dipendono maggiormente dagli acquisti dei consumatori sono le più colpite. Gli investimenti industriali sono ai minimi storici e la pubblicazione degli ultimi dati sulla disoccupazione, in forte aumento a luglio negli Stati Uniti, ha fatto precipitare il mercato azionario.
Alle incertezze degli Stati Uniti si aggiunge la situazione economica della Cina. Per decenni, il capitalismo globale ha beneficiato della crescita cinese, ovvero del sovra-sfruttamento della classe operaia del Paese per il maggior profitto delle multinazionali. Oggi l'economia cinese ristagna e le misure protezionistiche adottate dall'imperialismo statunitense contro la Cina, che vuole indebolire, stanno aggravando la crisi. Questa è solo una delle tante contraddizioni di un sistema che sta portando interi popoli alla povertà e si sta preparando ad una guerra mondiale. Qualunque sia l'esito a breve termine di questa crisi finanziaria, essa sarà pagata dai lavoratori e accelererà lo sviluppo catastrofico dell'economia.
S F