Fra i diversi libri che sono apparsi negli ultimi anni, rievocativi del periodo storico che va dalla Prima guerra mondiale all’assassinio di Matteotti, questo testo, “L’Alba intravista”, curato da Cesare Bermani e Marcello Ingrao, ha il pregio di presentare ai lettori testimonianze di prima mano di chi ha vissuto in modo militante quell’epoca.
Si tratta in effetti di una corposa raccolta di testimonianze orali, registrate col magnetofono agli inizi degli anni ‘60 e poi fedelmente trascritte. Sfogliando queste pagine, prende forma un’umanità di cui abbiamo sentito parlare, di cui avevamo in qualche modo “intuito” l’esistenza, ma della quale concretamente sapevamo ben poco. Si tratta di donne e uomini quasi sempre di operai e di contadini, che costituirono la “carne e il sangue” del Biennio rosso 1919-1920, tra Lombardia e Piemonte.
Nella sua nota introduttiva, Bermani spiega che la sua ricerca era finalizzata originariamente alla ricostruzione dei canti popolari e socialisti dell’epoca. Fu l’occasione per entrare in contatto con numerosi militanti: “Durante questi incontri, mi accorsi ben presto che questi militanti raccontavano volentieri la loro vita e che la storia del movimento operaio che emergeva dai loro racconti era qualcosa di diverso da quella appresa dai libri”. Nelle narrazioni ufficiali, prosegue, sembrava che gli uomini in carne ed ossa non esistessero, anzi, sembravano “dissolti come in un bagno d’acido solforico”.
Per quanto limitata ad un’area ristretta dell’Italia, la ricerca di Bermani quindi, può aiutarci a capire, ad esempio, il processo attraverso il quale si formò una generazione di giovani, politicamente radicalizzati, che rese possibile vedere l’alba di un mondo nuovo, l’alba del socialismo, non più come una promessa che i decenni o i secoli avrebbero realizzato, ma come uno scopo a portata di mano, che i lavoratori avevano tutti i mezzi per realizzare.
Certo, questi giovani proletari, in molti casi induriti dall’esperienza della guerra, si muovevano, più o meno coscientemente, spinti da un’onda che stava attraversando tutta l’Europa e che trovava nella Russia dei Soviet, di Lenin e di Trotsky, la sua spinta principale e il suo punto d’appoggio. Come si legge nel testo introduttivo, masse di proletari, di sfruttati, di sopravvissuti alla guerra, “videro, percepirono la possibilità concreta di approdare ad una nuova e più giusta esistenza collettiva. Si organizzarono e lottarono attorno a questa prospettiva. La custodirono contro le feroci reazioni di poderosi interessi costituiti mai prima di allora così lucidamente individuati da un movimento rivoluzionario internazionale e così coerentemente minacciati”.
Le voci di questi protagonisti sconosciuti di una straordinaria e, fino ad oggi, insuperata esperienza rivoluzionaria di massa ci fanno rivivere, il clima, le lotte, gli scontri fisici con le squadre fasciste. Ma anche il maturare della corrente comunista all’interno del movimento socialista e le discussioni che spesso accomunavano comunisti e anarchici contro i dirigenti riformisti, per esempio sulla questione della difesa dalle aggressioni fasciste.
Più o meno tutti questi militanti furono in seguito assorbiti dallo stalinismo. Ma chi ha conosciuto direttamente qualcuno dei “comunisti del ‘21” sa bene che qualcosa di quella stagione rivoluzionaria e internazionalista era sopravvissuta nel loro modo di vedere, non ultima l’istintiva repulsione per ogni retorica patriottarda o nazionalista. Di questo furono ben coscienti Togliatti e tutta la direzione del PCI, con la loro via nazionale al socialismo; nel giro di pochi anni, dopo il 1944, la “generazione del ventuno” venne di fatto emarginata dai centri decisionali del partito.
Ma le testimonianze restano. Quelle raccolte dal Bermani, non più replicabili per ovvie ragioni anagrafiche, ci portano in mezzo a uomini e donne che, con semplicità, si avvicinarono a quell’Alba per la quale anche noi lottiamo.
L’alba intravista, militanti politici del Biennio rosso tra Piemonte e Lombardia. Editore: Prospettiva Marxista (www.prospettivamarxista.org) .
R.C.