in Francia, dal mese di gennaio, durante parecchie giornate di sciopero e manifestazioni milioni di lavoratori hanno sfilato per rispondere al nuovo progetto del governo di Macron e Borne di aumentare l'età della pensione facendolo passare da 62 a 64 anni.
Macron voleva imporre il suo progetto, contando sulla rassegnazione dei lavoratori. Voleva anche fare a meno dell'accordo dei sindacati, anche di quelli che certamente avrebbero accettato di firmare un compromesso al ribasso. Il risultato è stato l'unità sindacale contro il progetto, e le manifestazioni sono state convocate da tutte le organizzazioni, anche quelle considerate come più moderate. Si sono svolte in più di 200 città con la partecipazione di migliaia di persone anche nelle località più piccole.
Il progetto suscita il rifiuto e anche la rabbia, non solo perché pretende di aumentare brutalmente di due anni il tempo passato al lavoro ma perché illustra la volontà di fare pagare i lavoratori in tutti i modi, aggiungendosi all'inflazione, alla riduzione dei sussidi per la disoccupazione e mirando alla fine alla riduzione delle pensioni. Il governo aumenta invece gli aiuti ai padroni, che già ammontano a decine di miliardi, e contemporaneamente il corso delle azioni in borsa indica la crescita della fortuna dei capitalisti. Venerdì 20 gennaio, Macron ha anche annunciato il varo di 100 miliardi di finanziamenti supplementari all’esercito, che andranno in gran parte all’industria degli armamenti, aumenteranno i profitti dei venditori di cannoni e anche il pericolo di guerra.
Con tutte queste misure del governo a favore del capitale, molti vedono che si cerca di ridurre ancora la parte dei lavoratori e che è tempo di reagire. Forse il progetto di aumentare l’età della pensione sarà la goccia che fa traboccare il vaso. Infatti è necessario mettere tutte le questioni sul tavolo: pensioni, salario, ma anche dare una battuta d’arresto al degrado degli ospedali e della sanità pubblica, dei trasporti e della società in generale, imporre che i soldi vadano alle spese utili alla popolazione e non ad alimentare i profitti, la speculazione e il pericolo di guerra.
Queste manifestazioni sono anche l’occasione per i lavoratori di prendere coscienza della forza che rappresentano. È indispensabile perché, di fronte all’aggravarsi della crisi e all’aumento dei pericoli di guerra, la classe operaia dovrà essere capace di imporre le proprie soluzioni.
A. F.