Le elezioni del 2014

(Da “Lutte de classe” n° 156 – Dicembre 2013)

Tutti i sistemi elettorali della borghesia trasformano, deformano o addirittura falsano completamente non solo la rappresentanza della popolazione nelle assemblee legislative, nei consigli regionali, generali e comunali, ma anche l'espressione dell'opinione pubblica, la quale può solo esprimersi attraverso una serie di filtri, che non sono necessariamente gli stessi da un'elezione all'altra.

 

La questione delle alleanze elettorali, l'atteggiamento al secondo turno o un eventuale appello a votare per un'organizzazione riformista, per un'organizzazione rivoluzionaria sono questioni tattiche che tengono conto del sistema elettorale, ma anche della situazione politica generale e delle dimensioni dell'organizzazione, della sua capacità di farsi sentire.

 

Durante la nostra storia, abbiamo avuto vari atteggiamenti in materia di tattica elettorale. La storia del movimento operaio rivoluzionario è ancora ben più ricca di modi di procedere per provare a farsi sentire in occasione di un'elezione al di là dei limiti legali e malgrado gli ostacoli della legge elettorale.

 

Nonostante le due elezioni che si succederanno nel 2014, le comunali e le europee, siano di carattere diverso, le consideriamo come due fasi successive di uno stesso momento elettorale che necessitano, pertanto, di adottare il medesimo approccio.

 

Le condizioni attuali sono segnate dalla crisi dell'economia capitalista, con tutte le sue conseguenze sia sulla situazione delle classi sfruttate che sul funzionamento generale dell'economia. Condizioni segnate in Francia dalla politica anti-operaia condotta dal Partito socialista al potere e dal fatto che anche coloro che pretendono di criticare il Partito socialista da sinistra continuano a fare riferimento alla sinistra ufficiale o addirittura a rivendicare la loro appartenenza alla maggioranza presidenziale. In tali condizioni, segnate pure dalla perdita dei riferimenti di classe della classe operaia, dal suo disorientamento politico e dalla sua disorganizzazione, proponiamo di candidarci in nome di un programma di lotta della classe operaia di fronte alla crisi e sulla base delle idee comuniste rivoluzionarie, espresse nel modo più chiaro possibile, senza che questo orientamento, nostro in tutte le elezioni, possa essere oscurato da scelte tattiche di alleanze o disponibilità ad appoggi al secondo turno.

 

Quindi, nelle elezioni comunali presenteremo dappertutto liste di Lutte Ouvrière senza partecipare ad alcuna lista cosiddetta d'unione. In nessun luogo accetteremo di essere presenti nella lista di un partito che partecipa al governo o si considera, fosse pure con delle critiche, facente parte della maggioranza presidenziale.

 

Così sarà anche, a maggior ragione, nelle elezioni europee.

 

Non abbiamo neppure l'intenzione di presentare liste comuni con il NPA, al contrario di quanto abbiamo fatto talvolta in passato con la LCR.

 

Anche se parte di ciò che vogliamo dire sarà o potrebbe essere detto dall'NPA, nell'attuale contesto politico ci teniamo a porre l'accento su ciò che ci differenzia e non su ciò che abbiamo in comune. Non abbiamo l'intenzione di annacquare ciò che nei nostri manifesti chiamiamo “il campo dei lavoratori” sotto altre preoccupazioni, anche se degne d'interesse, quali l'ecologia, la difesa delle minoranze oppresse, il femminismo, ecc.

 

D'altra parte, rivolgendoci alla classe operaia, lo vogliamo fare non come se questa fosse una classe che ci deve impietosire, bensì come l'unica classe in grado di trasformare la società; non come se fosse una classe operaia disorientata che rigetta ogni tipo di politica, bensì come la classe operaia che rialza la testa e vuole esprimere chiaramente una politica corrispondente ai suoi interessi di classe e alle sue prospettive storiche.

 

A causa di aver deciso a favore di questa scelta complessiva riguardante le due elezioni, dovremo subire pressioni a vari livelli, sia da parte dei grandi partiti di sinistra che da parte di chi si considera come l'estrema sinistra critica, da Mélenchon al NPA passando per il PCF. Siamo abituati a pressioni di questo genere, ma bisogna essere coscienti che esse saranno sempre più forti.

Questo voto implica quindi la necessità di resistere alle pressioni per l'unità, sia che si tratti dell'unità di tutta la sinistra contro il Fronte nazionale, sia che si tratti dell'unità di tutti coloro che rifiutano la politica del Partito socialista al governo e si presentano come un'alternativa per la sinistra. Questa unità è sempre un modo di zittire quelli che vogliono esprimersi in nome della lotta di classe del proletariato e della prospettiva comunista. 

30 ottobre 2013