Il 5 agosto sono stati revocati gli arresti domiciliari per i sindacalisti Si Cobas e Usb, arrestati il 19 luglio scorso e accusati di associazione a delinquere dalla Procura di Piacenza. Per gli stessi, considerati tuttora evidentemente un pericolo pubblico, resta l'obbligo di firma tre volte la settimana
Che il settore della logistica sia diventato negli anni un punto sensibile della produzione capitalistica e della relativa commercializzazione delle merci è ormai un fatto; perché funzioni, tutto deve filare liscio e non ostacolare la circolazione. Con il boom del commercio elettronico e l'esasperazione delle consegne nel minor tempo possibile, l'importanza dello stoccaggio e del trasporto è diventata cruciale; ancora di più con l'aumento degli acquisti on line dovuto alle difficoltà della pandemia.
Ovviamente tutte le aziende sono interessate al contenimento dei costi, ma questo segmento finale della filiera assume oggi un'importanza fondamentale. E dunque, come lasciarsi sfuggire di mano proprio il controllo di questo settore? Tanto più che la logistica utilizza in larga misura manodopera immigrata, ritenuta da sempre più facilmente sfruttabile, e si serve di appalti, sub-appalti e cooperative, tesi a limare al ribasso quanto più possibile le retribuzioni, a mantenere i dipendenti nella costante precarietà, a consentire alle aziende di evadere il fisco, e non di rado a sparire prima di pagare le prestazioni lavorative. Bassi salari e illegalità nell’applicazione dei contratti sono la norma, così come orari illimitati e ricorso al ricatto del licenziamento. Una vera miniera di possibilità per sfruttare la manodopera.
Senonché questi lavoratori si sono dimostrati da almeno dieci anni uno dei settori più combattivi della classe operaia nel nostro Paese, l'unico nel quale le lotte si sono rese più radicali e in molti casi hanno portato anche a risultati importanti. A occuparsene, a onor del vero, non sono stati i sindacati confederali, ma in massima parte i sindacati autonomi Usb, Si Cobas e Sol Cobas che - al netto dei contrasti emersi tra le organizzazioni - sono comunque riusciti a organizzare la resistenza di questi lavoratori. Gli schiavi della logistica non hanno avuto paura di mettere in atto lotte difficili e impegnative, cogliendo il blocco delle merci, punto strategico di tutto il sistema. Picchetti, assemblee, manifestazioni, occupazioni dei magazzini, scioperi organizzati e spontanei, così le lotte dei facchini sono diventate in tutta evidenza fastidiose - se non addirittura pericolose - per l'intero sistema.
Ma forse ancora più pericoloso deve essere sembrato l'esempio che danno alla classe operaia in generale, con la loro dimostrazione che la lotta paga. Fatto sta che la scrupolosa procura di Piacenza, sede di uno dei punti di magazzinaggio e snodo delle merci più importanti d'Italia, ha arrestato lo scorso 19 luglio diversi dirigenti sindacali dell'Usb e del SiCobas, perquisendo le case di altri. Sono stati accusati addirittura di costituire una vera e propria associazione a delinquere, finalizzata a ricattare i datori di lavoro, al solo fine di ricavare un utile dal tesseramento dei lavoratori e dalle conciliazioni lavorative.
Al di là del merito della questione che riguarda in particolare i sindacalisti, tutta la storia degli scioperi nella logistica tra il 2014 e il 2021 è messa sotto accusa in quanto atto criminale: sostanzialmente multinazionali e datori di lavoro sarebbero stati “sottoposti a una condizione di esasperazione” che “li costringeva ad accettare le richieste economiche che venivano fatte”. Non solo: secondo la Procura “i conflitti venivano artificiosamente creati” con “azioni di protesta apparentemente rivolte alla tutela dei diritti dei lavoratori”. Come se non ce ne fosse stato bisogno, e non esistesse sfruttamento. Manca solo additare dei dirigenti sindacali per aver agito con l'unico fine di ottenerne tornaconti, e il gioco è fatto; questi avrebbero fra l'altro organizzato "blocchi alle merci al di fuori di ogni contestazione sindacale fisiologica, per aumentare il numero degli iscritti". Se ne deve desumere che d'ora in avanti le Procure potranno stabilire fino a quando una contestazione sindacale è "fisiologica", forse in base al grado di passività e acquiescenza sindacale. Se ancora non fosse chiaro, questi sindacalisti sarebbero “Estorsori di condizioni di miglior favore per i lavoratori rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale”. A quanto pare ottenere migliori condizioni rispetto al contratto nazionale, peraltro nemmeno firmato dai sindacati di base - ammesso e non concesso che il rispetto del contratto nazionale fosse già applicato - costituisce da oggi un reato.
Speriamo che ci si renda conto da subito dell'enormità di questa affermazione, e della china scivolosa sulla quale si intende trascinare qualsiasi accenno di resistenza operaia. Per la cronaca, nella storia delle lotte sindacali della logistica ci sono anche due morti, entrambi travolti da camion a un picchetto mentre scioperavano. Chissà perché, fare giustizia per loro non costituisce una priorità.