Come si poteva immaginare, la direzione del nuovo gruppo internazionale dell’automobile Stellantis, sorto dalla fusione tra il gruppo FCA (Fiat Chrysler) e il gruppo PSA (Peugeot-Citroën), non ha tardato a far trapelare una politica minacciosa per i lavoratori. L’ex dirigente della PSA Carlos Tavares, diventato Direttore generale di Stellantis, vuole che la fusione consenta un aumento della produttività del gruppo, in sostanza una crescita dei dividendi che percepiranno gli azionisti con in prima fila le famiglie Agnelli e Peugeot. Venuto in Italia a fine febbraio, Tavares ha dichiarato che i costi degli stabilimenti del gruppo erano troppo alti. Nonostante la promessa che nessun impianto verrà chiuso, la sua strategia sarà di cercare di eliminare i doppioni, di raggruppare delle produzioni per fare lavorare più intensamente alcuni stabilimenti mentre altri saranno ridotti praticamente a zero. Le ultime misure annunciate ne danno già un’idea. Un nuovo pacchetto di cassa integrazione è stato comunicato da Stellantis per tutti gli stabilimenti torinesi per il mese di aprile. Sono toccati tutti i settori, dal Centro Ricerche alle Meccaniche e alle Presse dove ci saranno ben due settimane di cassa consecutive dal 12 al 30 aprile. Alla Maserati di Grugliasco, nella periferia torinese, la cassa è stata prolungata al 6 aprile. Dal 19 aprile a Mirafiori è stato deciso il turno unico sulla linea dell’auto elettrica 500 Bev, questo significa far lavorare su un unico turno un numero maggiore di operai con tutti i problemi che ne conseguono. Nel Sud, alla Fiat di Melfi vicino a Potenza la cassa integrazione durerà sino al 6 maggio e si è anche saputo che in questa fabbrica Stellantis sta progettando la chiusura di una delle due linee di produzione. Intanto sono stati licenziati 40 lavoratori delle imprese di pulizie. La stessa sorte è toccata a 29 lavoratori alla Sevel Val di Sangro in Abruzzo mentre a quelli rimasti sono state tagliate le ore. Lo stesso sta avvenendo negli stabilimenti torinesi dove gli operai lamentano la mancanza di servizi igienici, la difficoltà ad usufruire della mensa proprio per i tagli decisi. Così cominciano i tagli promessi da Tavares, in cui i primi a pagare il prezzo sono i lavoratori degli appalti. Ma è anche il caso dei lavoratori interinali: tra gennaio e febbraio sono stati licenziati tutti i lavoratori interinali che lavoravano a Mirafiori sulla linea della 500 Bev. Poi è toccato a quelli della Mopar, il Centro Ricambi situato in provincia di Torino, tutti lasciati a casa anche loro. Alla Sevel sono stati licenziati in 50. I tagli non si limitano all’Italia. In Francia, i lavoratori dello stabilimento PSA di Douvrin, nel Nord del paese, hanno saputo che la produzione del motore EP di loro competenza sarà spostata in Ungheria. Vuol dire che Douvrin rimarrà senza produzione ed è una minaccia per il posto di lavoro dei 1500 dipendenti dell’impianto. Allo stesso tempo, i lavoratori degli altri stabilimenti francesi del gruppo sopportano carichi di lavoro insostenibili con notevoli mancanze d’organico. E si potrebbe anche parlare dello stabilimento Stellantis di Sterling Heights negli Stati Uniti, nello Stato del Michigan, dove vengono inaugurati i turni a scorrimento di 12 ore giornaliere inclusi sabati e domeniche! Il gruppo Stellantis impiega più di 400.000 lavoratori. I suoi dirigenti hanno l’obiettivo di fare il massimo di profitto e per questo vogliono fare produrre il massimo laddove gli conviene, anche se lasciano altri impianti senza lavoro, licenziando i loro dipendenti o consegnandoli alla Cassa integrazione. Questo è inaccettabile, particolarmente in un gruppo così ricco. Nella situazione di crisi attuale, bisogna imporre che nessun lavoratore possa perdere il posto e il salario. Sarebbe facile distribuire il lavoro con questo criterio a livello di un gruppo come Stellantis, già abituato a programmare le produzioni a livello mondiale, se il suo obiettivo fosse davvero di mantenere il posto e il salario di tutti e non di aumentare i guadagni degli azionisti tagliando i settori dove considera che non guadagna abbastanza soldi. L’assunzione in pianta stabile degli interinali, il mantenimento del salario al 100%, la redistribuzione del lavoro tra tutti, l’accompagnamento alla pensione con salario pieno dei lavoratori con patologie invalidanti dopo anni di fabbrica, devono divenire un obiettivo comune di lotta di tutti i lavoratori Stellantis!
Corrispondenza Torino