Un’estate da dimenticare al porto di Livorno

A causa della pandemia, l’estate appena conclusa ha visto sicuramente un crollo del traffico delle navi da crociera. La cosa si poteva notare anche in città. Non si vedevano più quei gruppi di turisti americani o di altri paesi lontani dal Mediterraneo che giravano un po’ spaesati per le vie del centro, scaricati dai bus navetta in Piazza Grande con una cartina in mano. Ma non si può dire la stessa cosa per i traghetti che collegano Livorno alla Corsica e alla Sardegna. I lavoratori stagionali addetti all’imbarco delle automobili e alla biglietteria, dipendenti soprattutto della Moby e di Corsica Ferries, quest’anno erano di meno, ma il loro carico di lavoro è aumentato e anche di molto.

Le compagnie di navigazione, fregandosene dei limiti di assembramento imposte dalle norme anti-covid, non hanno messo nessun limite speciale alla vendita di biglietti e i traghetti sono partiti stracarichi dalle banchine. La diminuzione del personale nei piazzali d’imbarco e nelle biglietterie ha significato, come si può capire da un elementare calcolo aritmetico, più lavoro per gli operatori, sfruttati fino all’osso.

Oltre tutto, si è aggiunto ai normali compiti dei lavoratori dei piazzali anche quello del controllo della compilazione on-line del modulo “Sardegna sicura”, imposto dall’amministrazione di quella regione. Per qualche tempo, inoltre, è stato imposto dal presidente della Sardegna anche una certificazione sui tamponi eseguiti prima dell’imbarco. La cosa ridicola in questo caso è che spesso si trattava di moduli scritti nella lingua del paese d’origine dei passeggeri. Ci volevano lavoratori che sapessero il tedesco, l’olandese o lo svedese per controllare veramente quei moduli!

Tutti, comunque ci hanno rimesso qualcosa: i lavoratori stagionali della Corsica Ferries e della Moby hanno lavorato come bestie da soma, mentre quelli di Porto 2000 hanno mantenuto i livelli occupazionali ma a costo di una consistente riduzione del salario.

Quello che tutti si augurano è che l’emergenza covid non abbia in realtà costituito un precedente per come si lavorerà nei prossimi anni. Di questa evenienza si è parlato molto nelle banchine ed è giusto che ci si prepari a fronteggiarla con delle mobilitazioni adeguate.

Corrispondenza Porto di Livorno