Briciole di salario, orario di lavoro più flessibile, ruolo antisciopero delle RSA ed RLS - Contratto Fca. Un accordo irricevibile per i lavoratori

Agli operai salari e condizioni di lavoro indecenti, agli azionisticopiosi dividendi. La lotta dello stampaggio di Pomigliano è la via da seguire per invertire la rotta


Nel marzo scorso,Fim, Uilm, Fismic e Ugl hanno siglato l’accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Specifico di Lavoro di Fca, valido per il triennio 2019-2022. Quello che Fiat, sin dal 2011, ha voluto in sostituzione del contratto nazionale di categoria si è rivelato negli anni un ulteriore strumento di divisione e di indebolimento dei lavoratori.

I sindacati “firma tutto” hanno nuovamente accettato aumenti salariali risibili,una maggiore flessibilità dell’orario e del posto di lavoro, un ulteriore svilimento della rappresentanza in fabbrica.

35 euro mensili lorde ogni tre anni sono davvero uno schiaffo in faccia a chi ha il salario decurtato da anni di cassa integrazione e di contratti di solidarietà, a chi da dieci anni non percepisce alcun aumento del salario.

Si permettead FCA di usare i lavoratori in altra sede aziendale per l’80% dell’orario di lavoro mediante il così definito “accordo individuale di lavoro agile”.

E ancora, si rende possibile la cessione di propri permessi e ferie a quei lavoratori in difficoltà familiari e/o con problemi di salute. Un operaio e la sua famiglia versano in una situazione critica? Secondo FCA ciò non riguarda il padrone, ma il suo compagno di lavoro! È certamente un fatto positivo che i lavoratori siano solidali tra loro nelle difficoltà, ma se un lavoratore ha problemi familiari o di salute, e necessita di più ore di ferie o di permessi, l’azienda per cui lavora deve metterlo in condizione di poterne usufruire senza penalizzare lui e i suoi compagni di lavoro. Il Welfare FCA, invece, funziona a senso unico: se l’azienda chiama, i lavoratori devono subito correre; se i lavoratori sono in difficoltà, non si può per questo sacrificare il profitto.

I sindacati firmatari barattano tutto ciò in cambio di “un posto a tavola” per i loro RSA ed RLS, senza peraltroottenere il benché minimo potere decisionale in materia di organizzazione del lavoro e di sicurezza ambientale. Costoro avranno solo il ruolo di cogestire le sanzioni disciplinari, che l’accordo estende a “infrazioni” prima non inserite nel codice disciplinare. Un lavoratore non si deve permette di criticare l’azienda. Parli male di Fca? Sei licenziato!Questi burocrati, in sostanza, si fanno garanti, attraverso la clausola di responsabilità già prevista dal primo Contratto FCA, quello di Marchionne, di fare in modo che all’interno degli stabilimenti non si protesti, non si scioperi.

Questo nuovo accordo è un altro tassello della politica dei sacrifici imposta da decenni agli operai perché paghino i costi delle crisi, di cui i padroni sono gli unici responsabili. Ai lavoratori Fca viene detto e ripetuto ogni giorno che devono sacrificarsi di fronte alla crisi dell’auto. Intanto la finanziaria Exor di John Elkannha distribuito quest’anno dividendi agli azionisti FCA per 1,3 miliardi di euro, più altri due miliardi per la cessione della Magneti Marelli. Se negli ultimi dieci anni gli operai FCA hanno visto il loro salario calare sempre di più, il rendimento delle azioni nello stesso periodo si è moltiplicato per dieci. Nel marzo 2009, infatti,le azioni FCA valevano 5,8 euro, oggi 54,3 euro (da “La Repubblica” del 01/04/2019).

I soldi per un salario pieno e dignitoso, dunque, ci sono, ma occorre strapparli al padrone con la lotta. Lo sciopero di fine febbraio allo stampaggio della Fca di Pomigliano è un esempio per tutti gli operai Fca e non solo.Gli operai di Pomigliano hanno infatti scioperato compatti per il rientro dei 1800 operai in cassa integrazione e contro la decisione di FCA di aumentare i turni facendo lavorare il sabato e la domenica in regime ordinario. Essi hanno avuto il merito di indicare a tutti i lavoratori Fca la strada da seguire: lottare uniti per un lavoro ripartito tra tutti, a parità di orario e a salario pieno.

M.I.