Razzismo, una merce a buon mercato

Da quattro mesi Ministro degli Interni e vice primo ministro, è chiaro che la prima preoccupazione di Salvini è di continuare una propaganda razzista e xenofoba, pensando che questo sia il miglior modo di conquistare nuovi consensi elettorali. Vorrebbe farsi passare per il difensore della sicurezza quotidiana degli italiani contro l'immaginaria minaccia che per lui sarebbe rappresentata dai migranti.

Non solo Salvini coglie tutte le occasioni di intervenire nei media e sui social per denunciare i migranti come pericolosi delinquenti, ma alle dichiarazioni demagogiche egli non manca mai di aggiungere qualche misura odiosa. Così ha fatto nei confronti del villaggio di Riace, in Calabria, il cui sindaco Domenico Lucano gli dà fastidio per la sua politica accogliente verso i migranti.

Lucano ha incoraggiato gli abitanti d'origine, che sono emigrati al nord, a mettere le loro case di famiglia a disposizione dei migranti. Così molte abitazioni abbandonate sono state restaurate, dei commerci riaperti, la scuola del villaggio salvata grazie all'arrivo di questi nuovi abitanti e il paese è tornato alla vita. Ma Lucano è stato arrestato e messo agli arresti domiciliari sotto varie accuse pretestuose, tra cui il favoreggiamento dell'immigrazione illegale. Salvini, come Ministro di polizia, con tutta probabilità, non è estraneo a questa inchiesta partita dalla prefettura di Locri. Nei suoi commenti fa di Riace il simbolo del cosiddetto “business dell'immigrazione„ ed ha ordinato il trasferimento dei migranti installati nel villaggio verso altre strutture. Poi ha annunciato la predisposizione di un “coprifuoco per i negozi etnici„, cioè tenuti da stranieri, che dovrebbero chiudere alle 21, invocando “i disordini alla sicurezza ed all'ordine pubblico„ generati in particolare dal consumo d'alcool. Come si sa, l'”etnia” italiana invece non crea mai “disordini” quando consuma alcool...

Alle decisioni nauseanti di Salvini si aggiungono misure discriminatorie emanate da rappresentanti locali della Lega. Adesso il sindaco di Lodi, in Lombardia, esige dalle famiglie straniere che aggiungano alla loro dichiarazione di reddito in Italia una dichiarazione del loro patrimonio nel paese d'origine, pena vedere i loro figli esclusi dal servizio di scuolabus e dovere pagare la tariffa più elevata della mensa. Oltre sottintendere che le famiglie straniere frodano ed approfittano indebitamente di misure sociali, ha anche proibito agli alunni che portano il pranzo a scuola – per lo più appartenenti a famiglie in difficoltà e spesso di origine straniera – di mangiare assieme con quelli della mensa scolastica.

Salvini inscena questi annunci con la pretesa di parlare “all'italiano della porta accanto, al vicino, all'amico, che non ne può più„, come se “l'italiano della porta accanto” fosse come lui incapace di solidarietà e dovesse per forza sostenere questa politica schifosa. Fortunatamente sono molti, e non solo il sindaco di Riace, quelli capaci di mostrare solidarietà verso gli altri, italiani o stranieri che siano. E tanto meglio perché i lavoratori o futuri lavoratori, italiani o migranti, non hanno alcun interesse a lasciarsi dividere da una guerra dei poveri orchestrata da un demagogo razzista.

N C