Alcune rsu ed organizzazioni sindacali invitano i lavoratori ad analizzare (da autodidatti) la riforma Madia per partecipare alle "riorganizzazioni" dei singoli enti. Grazie, sono molto gentili e democratici, ma preferiremmo che fossero loro a spiegarci se questi decreti contengono i paletti (e quali) al di là dei quali non si potrà contrattare granché.
In termini economici siamo agli scarsissimi aumenti con welfare integrativi come palliativi, e in alcune aziende siamo già ai buoni benzina al posto del salario. Quanto alle condizioni di lavoro, basta ricordarsi l'aumento di ore di lavoro imposto nel contratto dei lavoratori del comparto ambientale.
I lavoratori, quando e se potranno partecipare alla riorganizzazione del mondo del lavoro, lo dovranno fare con le loro leggi e non con quelle padronali. Bisogna rispondere ai mille decreti della “riforma” con le richieste dei lavoratori: ripristino della scala mobile, ripristino degli scatti di anzianità per tutti, aumenti salariali veri e sostanziosi, riduzione dell'orario a parità di salario e redistribuzione del lavoro, internalizzazione dei lavoratori appaltati, giorni di malattia pagati al 100%, abbassamento dell'età pensionabile, stabilizzazione di tutti i precari. Ed è il minimo che un'organizzazione sindacale dovrebbe esigere oggi come oggi.
Corrispondenza Torino