Voucher ai mediatori culturali del Comune di Torino
I 50 mediatori culturali reclutati dal Comune di Torino con un bando finanziato dalla Compagnia di San Paolo saranno pagati con i voucher. 10 euro lordi (7,50 netti), 4 ore al giorno per un massimo di 500 ore per un lavoro di informazione ai migranti sui servizi offerti dalla città,lavoro che richiede, pertanto, la buona conoscenza di lingue come l’arabo, il cinese, l’inglese e il francese, oltre, ovviamente, all’italiano.
La Cgil ha protestato affermando che l’attività dei mediatori culturali deve continuare ad essere affidata ai lavoratori contrattualizzati delle cooperative sociali. Dunque,le cooperative come alternativa ai voucher, una forma di precariato al posto di un’altra! Tale proposta non sorprende se consideriamo che questo sindacato mostra sempre più di prediligere la via referendaria a quella della lotta!
Ma come si è arrivati alla “novità” dei voucher in questo settore? Lo chiarisce l’assessore all’Integrazione Marco Giusta, secondo cui si tratta di un’iniziativa iniziata dalla giunta Fassino e completata da quella 5 Stelle di Appendino per non perdere il finanziamento di 35mila euro della Compagnia di San Paolo. Non si poteva essere più chiari: una giunta in perfetta continuità con l’altra!
La Compagnia di San Paolo, come dimostra bene tale vicenda, decide non solo dove investire le risorse da destinare ai servizi sociali della città, ma anche quali rapporti di lavoro utilizzare. Ricordiamo, di passaggio, che il Comune nomina propri rappresentanti all’interno del consiglio di amministrazione nonché il presidente della Compagnia di San Paolo. Costoro, in tutta evidenza, non fanno che ratificare atti decisi da quelli che mettono i soldi. Un venefico intreccio tra pubblico e privato a cui nemmeno, anzi tantomeno, il Movimento 5 Stelle è disposto a sottrarsi!
Corrispondenza da Torino