Quality car, una lotta significativa

Nella corrispondenza del mese di settembre, avevamo descritto l’evoluzione della vertenza Drive Cars / Quality Car: la dirigenza puntava a riassumere i lavoratori a condizioni nettamente peggiori, riservandosi la possibilità d’effettuare licenziamenti del tutto discrezionali.

La situazione era giunta ad un punto di stallo, con la proroga del termine della mobilità al 23 settembre. I lavoratori minacciati da questo piano aziendale avevano manifestato un’interessante seppur contraddittoria e discontinua propensione alla lotta. Un dato, questo, importante e significativo, soprattutto se commisurato all’atteggiamento dei sindacati confederali che è variato da un supporto non esente da ambiguità alla causa dei lavoratori, fino a comportamenti di autentica complicità nei confronti dell’azienda.

La nostra previsione era che non sarebbe stato facile, dopo questa fase di stallo, rilanciare la mobilitazione dei lavoratori, e che il perdurare di questo lasso di tempo avrebbe molto probabilmente rafforzato la parte datoriale.

Abbiamo potuto invece rilevare come la trentina di operai coinvolti abbia saputo dare prova di una efficace capacità di reazione e di mobilitazione. Nella seconda metà di settembre, infatti, siamo stati testimoni di significative iniziative di lotta. Lo sciopero è stato ripreso di gran carriera, e tutti i lavoratori della Quality Car erano presenti. I cancelli del piazzale di Arena Po sono stati bloccati e presidiati, anche nottetempo, per due giorni e mezzo. Nel contempo, anche il sito logistico di Chignolo Po è stato picchettato. Non sono mancati, come era prevedibile, momenti di tensione con la dirigenza, nonché, purtroppo, con alcuni autotrasportatori, la cui condizione di lavoro li rende facilmente ricattabili e utilizzabili da parte del padronato in chiave di contrapposizione agli scioperanti. In quest’ottica, è stata tanto più importante e preziosa l’attestazione di solidarietà agli scioperanti pervenuta da altri autotrasportatori.

Sarebbe puerile e ingannevole negare che nel corso di questa lotta ammirevole, non si siano palesati anche momenti e comportamenti da parte dei lavoratori stessi, non all’altezza dei compiti della lotta di classe. Non ci si può attendere, infatti, che settori della nostra classe possano scoprire o riscoprire la prassi della lotta e dell’organizzazione di classe, senza pagare dazio alle influenze e alle contaminazioni che una lunga fase di arretramento proletario ancora produce. L’importante però è stato verificare che questa piccola realtà proletaria ha saputo fare proprie pratiche di lotta e di resistenza all’offensiva padronale che le hanno consentito non solo di contrastare i piani aziendali, ma anche e soprattutto di acquisire esperienze e insegnamenti della lotta di classe.

Ad oggi la vicenda, che ha attirato anche l’attenzione della stampa locale, sembra aver trovato un primo esito nella riassunzione in Drive Cars di tutti i lavoratori a rischio licenziamento. Le notizie che abbiamo potuto apprendere circa le condizioni con cui questi lavoratori verranno assunti, suggeriscono che anche da questo punto di vista la lotta ha conseguito risultati interessanti, tanto che, i lavoratori Quality Car che si sono battuti, dovrebbero entrare in Drive Cars con condizioni contrattuali migliori di quelle dei lavoratori assunti nella stessa cooperativa, i quali, salvo sporadici segnali di solidarietà, non hanno partecipato alla lotta.

Non si può escludere però che nei vari passaggi tra la fine dell’agitazione, la proclamazione da parte sindacale della vittoria, la sottoscrizione dell’accordo e la sua effettiva applicazione, la parte padronale, non senza eventuali giochi di sponda col sindacato, possa intervenire per ridimensionare gli obbiettivi perseguiti dalla lotta dei lavoratori.

Rimane il fatto che anche in una realtà piccola, sottoposta a dure condizioni lavorative e di ricattabilità come quella in cui operano i dipendenti Drive Cars / Quality Car, ha preso vita una lotta che non va certo acriticamente enfatizzata, ma che contiene indubbiamente preziosi elementi nello sviluppo di una coscienza di classe. Questa strada è lunga ed impegnativa, ma da Arena Po ci è giunta un’ennesima conferma che può e deve essere intrapresa.

Corrispondenza Arena Po