Un futuro che somiglia al passato

Una storia come troppe. Ho la casella postale intasata di giovani adulti plurilaureati a cui vengono proposti stage non remunerati, pagamenti ballerini in voucher o addirittura accordi capestro, naturalmente orali, che prevedono la restituzione di una parte dello stipendio, pena la perdita del posto. Dietro molto di ciò che luccica di new, gig, app e start up – oggetto della venerazione beota di noi consumatori – si nasconde il mondo antico dello sfruttamento, intessuto di mestieri poco protetti e peggio pagati. Come se, invece che nel futuro, la tecnologia ci stesse riportando ai tempi di Dickens. Ora et Foodora, ecco la nuova regola ben poco benedettina: prega che ti diano un lavoretto a cottimo, mentre una minoranza sempre più esigua e famelica di trafficoni del web si arricchisce alle tue spalle, riproponendo in forme inedite l’eterno conflitto tra capitale e lavoro.

Massimo Gramellini, La Stampa, 15 ottobre 2016