Le prospettive delle lotte dei ferrovieri

Nel corso del 2016, una serie di scioperi nazionali proclamati dal sindacalismo di base ha riscosso l’appoggio e la partecipazione di una buona parte dei ferrovieri, specie quelli del personale di bordo e i macchinisti. Finita la “franchigia” estiva, cioè il periodo nel quale, secondo la legge, non è possibile proclamare scioperi, si pone ora il problema di continuare la lotta. Come è già successo nella storia recente della nostra categoria, l’adesione agli scioperi non coincide necessariamente con quella alle organizzazioni promotrici. Ma queste organizzazioni sono state le uniche ad offrire la possibilità di esprimersi contro i processi di disarticolazione del gruppo Ferrovie dello stato, in particolare contro lo scorporo del settore merci, processi che preludono ad un indebolimento delle garanzie contrattuali collettive. Inoltre, gli scioperi hanno dato la possibilità di respingere il tentativo aziendale di aggravare ulteriormente gli orari di lavoro. Ma, certo, è solo un consuntivo provvisorio. Oltre tutto, la trattativa per il rinnovo contrattuale, trattativa “carsica”, nel senso che solo di tanto in tanto ne affiorano dei resoconti, è saldamente in mano alle confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, le quali hanno ostentatamente ignorato gli scioperi e il grado di adesione che li ha caratterizzati.

Cosa ci aspetta nei prossimi mesi? Se riusciremo a fare un passo in più nella definizione di alcuni punti che consideriamo irrinunciabili, come la riduzione del limite settimanale di lavoro a 36 ore o la diminuzione della giornata lavorativa programmata sotto il massimo attuale di 10 ore, per limitarsi al problema della “qualità della vita” dei lavoratori, se riusciremo a creare il massimo di convinzione, di condivisione e di consenso attorno a questi punti, la lotta potrà proseguire ancora giovandosi di una grande partecipazione. Ma è inutile nascondersi che l’acquisizione e il mantenimento del più grande consenso nella categoria sono in contraddizione con lo spirito di setta che spesso caratterizza il mondo del sindacalismo di base. L’interesse dei ferrovieri è unirsi per migliorare le proprie condizioni di vita e di lavoro rispetto ai forti arretramenti già subiti. L’appoggio dei sindacati di base è stato ed è prezioso, ma protagonisti della lotta devono essere tutti i ferrovieri disposti ad impegnarsi, senza distinzioni di tessera. Per questo, se ancora nelle prossime settimane lo stato d’animo prevalente nella categoria resterà combattivo, il suo sbocco naturale sarebbe la formazione di organismi di lotta negli impianti, eletti dai lavoratori e senza nessuna pregiudiziale di appartenenza a questo o a quel sindacato.

Corrispondenza ferrovieri