Bassi salari, precarietà e…speranza di vita

Nel 1894 la Camera di Commercio di Vienna calcolò il reddito annuale minimo necessario a coprire i bisogni più elementari di un operaio celibe: tra i 416 e i 478 gulden. Un’operaia a domicilio poteva guadagnare da 8 a 10 gulden in una giornata di lavoro di 14 ore. Essa non raggiunge mai, comunque, il reddito minimo se si tiene conto delle trattenute motivate dalle “critiche” rivolte al suo lavoro, che possono ridurre fino al 50 per cento il suo guadagno al pezzo, e se si tiene conto anche delle fluttuazioni stagionali degli ordini, dei periodi di disoccupazione e della diminuzione del potere d’acquisto ad ogni aumento dei prezzi. Le conseguenze sono le privazioni, la fame e la decadenza fisica. Nel 1899 la speranza di vita di una cucitrice era in media di 32 anni.

Ernst Berner, “L’abbecedario rosso”, 1899