Il disastro ferroviario in Baviera, altro che “errore umano”!

Come tutti sanno, il treno è il mezzo di trasporto terrestre più sicuro. Vorremmo che lo restasse. Così quando avvengono incidenti come quello tragico del 9 febbraio scorso in Baviera, che ha fatto 11 morti e 150 feriti, vorremmo capire che cosa sta succedendo. Due treni regionali che si scontrano frontalmente su un tratto di linea a semplice binario. Com’è stato possibile in un paese civile nel XXI secolo?

I giornali tedeschi del 10 febbraio hanno scritto che si è trattato di un “errore umano”, tirando in causa il Capostazione di BadAibling, che avrebbe “disattivato” il sistema di segnalazione che aziona la frenatura automatica di un treno se questo supera un segnale rosso. I giornali scrivono un sacco di sciocchezze in questi casi, e l’incompetenza dei cronisti aiuta la politica delle compagnie ferroviarie e dei ministeri dei trasporti, ben felici di addossare a un ferroviere le conseguenze di tagli e riduzioni di personale.

Quanto si dovrà aspettare per sapere come sono realmente andate le cose nessuno può dirlo. Tuttavia i fatti noti, dicono già alcune cose. Un sistema di esercizio che consente ad un solo agente (il capostazione) di disattivare il sistema di frenatura automatico, ammesso che questa storia sia vera, è un sistema criminale. Inoltre, sulle linee a semplice binario, l’invio di treni che procedono in direzioni opposte deve sempre essere subordinato a specifiche condizioni di sicurezza, non facilmente aggirabili da una sola persona. In più, nessun treno dotato di sistema di frenatura automatico in caso di supero di un “rosso”, dovrebbe potersi muovere come niente fosse una volta disattivato questo sistema e, comunque, certamente, non alla velocità di 100 km all’ora, come sembra che sia successo.

Nessuna delle versioni confusamente fatte pervenire alla stampa dal Ministero dei trasporti tedesco o da quello degli interni bavarese sembra avere un senso se parliamo di una ferrovia moderna in uno dei paesi più civili d’Europa e del mondo.

Scartata l’ipotesi di un sabotaggio dunque, le uniche vere cause possibili sono un allentamento delle procedure regolamentari, autorizzato o implicitamente incoraggiato dalla Società, magari per recuperare i ritardi, e un sistema di esercizio, compreso il controllo del distanziamento e degli incroci dei treni, assolutamente insufficiente a garantire la sicurezza delle centinaia di pendolari che si servono ogni giorno di quei treni. In tutti e due i casi, è ridicolo addossare al capostazione o magari ai macchinisti, tra l’altro morti tutti e due nello scontro, la responsabilità del disastro. Ma presto tutto questo non interesserà più il “pubblico” e la Transdev, proprietaria dei treni in questione, potrà continuare tutto come prima. A meno che i ferrovieri e anche i pendolari, non accontentandosi delle versioni ufficiali, pretendano la verità e impongano standard di sicurezza degni di questo nome.

Corrispondenza ferrovieri