Enti di ricerca e Università: virtuosità misurata come?

Negli Enti di Ricerca e delle Università, dimostrare a vari livelli un po’ di solidarietà e sostegno ai docenti che, soprattutto negli Atenei del Sud, stanno facendo disobbedienza civile rispetto ai meccanismi dell’Agenzia di valutazione dell’Università e della ricerca, che prevedono che arrivino più fondi agli Enti più “virtuosi”, non potrebbe che rafforzare le rivendicazioni di ciascuno. Infatti la “virtuosità” è spesso misurata sul piano economico, al punto tale che sono stati premiati gli Atenei che, rispetto ad altri, facevano pagare le tasse più care agli studenti.

Per quanto riguarda invece le urgenti e giustissime richieste dei precari, è doveroso lottare per ottenere che la proroga dei contratti a tempo determinato e degli assegni di ricerca sia svincolata, tramite una legge nazionale, dal progetto scaduto con il quale si era stati assunti.

Sono infatti decine di migliaia i giovani ricercatori che, oltre a rischiare di perdere l’ultimo treno in corsa e di dover scappare all’estero per sopravvivere, vanno inevitabilmente incontro a delle cocenti discriminazioni perché puntualmente per qualcuno si chiuderà definitivamente il rapporto di lavoro, mentre altri verranno ripescati con altri progetti non scaduti (sempre però con l’incertezza della scadenza successiva). Più in generale la rivendicazione del rinnovo dei contratti di lavoro nazionali, dell’adeguamento dei salari e della fine della precarietà deve diventare collettiva e trasversale per tutti i lavoratori di tutti i settori pubblici e privati: sembra un’utopia ma è stata una vittoriosa realtà per molti decenni.

Corrispondenza Torino