Poste - Privatizzare di più’... e il postino suonerà di meno

È partita la super-privatizzazione delle poste italiane, da realizzare attraverso la collocazione sul mercato di azioni dell’ente pari a circa il 40% del capitale sociale. Il fatto che un servizio considerato dai cittadini assolutamente pubblico, indispensabile e strettamente legato al territorio venga assoggettato senza se e senza ma ai giochi speculativi è assolutamente scandaloso, ma le conseguenze di tale manovra non ricadranno, purtroppo, solo sul piano della valutazione morale. È già prevista infatti una pesante riduzione degli sportelli nelle aree poco popolate, mentre il recapito non sarà più quotidiano ma a giorni alterni per ben 5267 comuni con una previsione, a medio termine, di circa 12-15.000 posti di lavoro in meno e un sovraccarico di lavoro per gli operatori in servizio.

Le lotte contro tale manovra, teniamo presente che i sindacati confederali sono accondiscendenti, sono state praticamente invisibili e a poco varrà, contro lo sfascio di un servizio così importante, la mossa di estendere “democraticamente” la possibilità di vendere le azioni anche ai dipendenti e ai cittadini.

Operatori delle poste e utenti hanno lo stesso interesse a lottare contro la chiusura di qualsiasi sportello su tutto il territorio nazionale, per la riconsegna dei servizi postali alla popolazione e la salvaguardia e il potenziamento dei posti di lavoro.

Corrispondenza Torino