In campania si continua a morire per i rifiuti tossici
Nel numero di ottobre 2014 dell’Internazionale riferivamo dell’imponente corteo organizzato a Napoli dai Comitati della “Terra dei Fuochi” per protestare contro gli sversamenti illegali di rifiuti e le mancate bonifiche.
Esattamente un anno prima vi era stata un’altra manifestazione per gli stessi motivi. Da anni si susseguono le proteste senza che nulla sia cambiato, anzi, la situazione ambientale è, a dir poco, peggiorata.
A dirlo è l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) nel suo ultimo rapporto sulla situazione epidemiologica in Campania, che rileva un eccesso di mortalità, di incidenza tumorale e di ospedalizzazione per varie patologie sia tra gli adulti che tra i bambini. Eccesso connesso alla gestione illegale dello smaltimento dei rifiuti.
I comuni sotto indagine sono 55, raccolti, secondo la legge 6/2014, sotto la denominazione “Terra dei Fuochi”. 32 nella provincia di Napoli, 23 in quella di Caserta. Per quanto riguarda la salute infantile il quadro è ancor più drammatico. Si assiste, infatti, ad un eccesso di ricoveri di bambini nel primo anno di vita per tutte le tipologie di tumori, dalla leucemia al cancro del sistema nervoso centrale che colpisce la fascia di età da 0 a 14 anni.
«Un ruolo causale o concausale», è sempre l’ISS a dichiararlo, delle emissioni derivanti dallo smaltimento e dalla combustione illegale dei rifiuti in quei 55 comuni. Lo stesso ISS sostiene la necessità«dell’immediata cessazione delle pratiche illegali di smaltimento e di combustione dei rifiuti con il ripristino della legalità del ciclo dei rifiuti». La quantità di diossina proveniente dalla gestione illegale dei rifiuti industriali giunge nella catena alimentare mettendo in pericolo la salute di coloro che usano prodotti alimentari di quelle zone. Le dichiarazioni dell’ISS suonano come uno schiaffo alle affermazioni del ministro Beatrice Lorenzin che, nel 2013, attribuì la colpa dell’eccesso di mortalità per tumore nelle province di Napoli e di Caserta allo stile di vita dei campani.
A quasi due anni dal varo della legge che doveva risolvere il problema a partire dalla bonifica dei terreni contaminati dagli sversamenti,poco o nulla è stato fatto.
Ancora una volta, si è trattato il fenomeno degli sversamenti illegali e quello dei roghi tossici come problemi di ordine pubblico e non sociale. Qualche plotone dell’esercito “di stanza” ai roghi e nulla più!
Oggi, i Comitati della “Terra dei Fuochi” interrogano di nuovo governo e istituzioni locali su quanto non è stato fatto.
Nel numero di settembre 2014 dell’Internazionale, illustrammo l’interessante rapporto dell’oncologo Antonio Marfella sulla gestione dei rifiuti industriali. In esso, Marfella denunciava le responsabilità delle industrie del Nord Italia nell’aver fatto prosperare la camorra grazie allo smaltimento di rifiuti tossici in regime di evasione fiscale. Oggi, lo stesso oncologo, a nome del’ISDE Campania Medici per l’Ambiente, afferma di aver «chiesto al presidente della Regione De Luca di compiere azioni concrete – e non solo pubblicità a bottigliette di plastica (il riferimento è alla campagna della Regione che ha ingaggiato il cantante Gigi D’Alessio come sponsor di spot a tutela dell’immagine del territorio campano, n.d.r.)».
Temiamo che, purtroppo, si continuerà a non far nulla e a lasciar morire adulti e bambini di quelle terre avvelenate. Ogni giorno abbiamo prova che i governanti nazionali e locali sono sensibili soltanto agli interessi padronali che. si è visto anche in tema digestione dei rifiuti delle industrie, sono opposti a quelli ambientali e sanitari della collettività.
Corrispondenza da Napoli