Lunedì 5 ottobre, le immagini del direttore del personale della Air France che, camicia strappata e con solo la cravatta attorno al collo, cercava di scampare alla furia dei lavoratori, hanno fatto il giro del mondo. Il primo ministro francese Valls e il presidente Hollande, si sono detto scandalizzati da queste "violenze inaccettabili", e questi dirigenti "socialisti" hanno immediatamente espresso il loro sostegno alla direzione di Air France. Ora si cerca di incriminare alcuni dipendenti, che sono stati arrestati dalla polizia all'alba del 12 ottobre. Ma tutta questa gente non si scandalizza di ciò che è all'origine della rabbia dei lavoratori: il ricatto fatto dalla direzione con la minaccia di migliaia di licenziamenti.
Questo lunedì 5 ottobre, numerosi sindacati dell'azienda come pure le organizzazioni sindacali di piloti, hostess e steward, avevano chiamato ad un giorno di mobilitazione. Nonostante la campagna orchestrata dalla direzione ed accentuata dalla stampa che mira a dividere i lavoratori, opponendo personale di terra, personale navigante e piloti, erano forse duemila lavoratori a ritrovarsi insieme per la manifestazione. Molti di loro sono entrati nell'edificio in cui si riuniva la direzione, interrompendola per protestare contro l'avviso della soppressione di circa 3.000 posti di lavoro su circa 52.500 che contava l'impresa a fine 2014 e costringendo questi esponenti della direzione a darsi alla fuga, magari a torso nudo. Poi i lavoratori si sono ancora recati in corteo fino all'aeroporto numero 2 di Roissy, accolti dalla polizia con i lacrimogeni.
La direzione presenta queste nuove soppressioni di posti di lavoro come una risposta ai sindacati dei piloti che non avevano ubbidito alle sue ingiunzioni di firmare, prima della fine di settembre, il suo piano d'austerità. Questo piano Perform 2020 è la prosecuzione del piano Transform 2015, che si è già tradotto con la soppressione di 8.000 posti di lavoro, un aumento del carico di lavoro, della flessibilità ed un blocco dei salari di quattro anni per tutte le categorie di personale. La direzione vuole proseguire questa politica con un ricatto rivolto ai piloti: dovrebbero accettare ore di volo straordinarie senza aumento di salario, equivalenti a due mesi di lavoro gratuito, con in più tempi di riposo in scalo e giorni di riposo ridotti. Se no la direzione avrebbe tagliato ancora l'organico chiudendo o riducendo la frequenza di alcune linee.
La direzione spera così di instaurare un clima di paura generalizzato, di aizzare gli altri lavoratori contro i piloti, presentando queste misure come rappresaglie in seguito al loro atteggiamento. Ma in realtà tutti i lavoratori sono nel mirino poiché si tratta di fare scomparire migliaia di posti di lavoro, sia fra il personale navigante che fra quello a terra.
La direzione ricorre al vecchio procedimento che consiste nel dividere i lavoratori prendendosela con i piloti, presentati come egoisti perché non vogliono rinunciare ai loro presunti privilegi. Si avvale del sostegno del governo che ha dichiarato di sostenere ciò che chiama "le riforme" dell'impresa. I ministri della sinistra di governo, unitamente con gli esponenti della destra o dell'estrema destra alla Le Pen, si schierano a sostegno di un attacco che merita una risposta di tutti i lavoratori di Air France.
La manifestazione del 5 ottobre ha dimostrato che, nonostante la propaganda martellante della direzione e del governo sulla necessità di sostenere la "competitività" dell'azienda, numerosi lavoratori si sono ritrovati insieme per esprimere la loro rabbia contro questo ennesimo piano di austerità. È un incoraggiamento per tutti i lavoratori e se ciò che è successo al direttore del personale ha suscitato la costernazione dei ministri, tale spettacolo è ben lungi dall'averla suscitata tra i lavoratori della Air France e tanti altri lavoratori, in Francia ed anche altrove. Intanto si sente cantare in molti uffici e officine una popolare canzone che dice: "togliti la camicia...".
A F