Di recente, lo scorso agosto, la Fratelli Elia, azienda specializzata nella movimentazione e nello stoccaggio di automobili, è stata acquisita dalla società Bertani trasporti S.p.a. con sede a Castiglione delle Stiviere(Mn) che ora ne detiene il pacchetto azionario al 100%. Sulla F.lli Elia gravava un accordo sulla ristrutturazione dei debiti “omologato” dal Tribunale di Torino. Precedenti operazioni, come l’acquisizione della Ambrosetti, avevano indebitato l’azienda, esposta con le banche fino portato all’orlo del fallimento.
Facendosi forte di questa situazione, il nuovo consiglio di amministrazione ha presentato, lo scorso 15 settembre, un piano di ristrutturazione e riorganizzazione “lacrime e sangue”. Accorpamenti, chiusure, tagli di posti di lavoro, questa la sostanza. In risposta Il 5 di ottobre c’è stata una prima giornata di sciopero, a livello nazionale, con adesione totale dei lavoratori.
A seguito dello sciopero le parti si sono di nuovo incontrate, il 7 e il 13 ottobre, in tali incontri l’azienda ha ribadito la decisione di mettere in atto il proprio piano di ristrutturazione.
In particolare, per la sede di Livorno propone ai rappresentanti dei lavoratori tre soluzioni alternative, tutte basate su presunti “esuberi” e sui costi eccessivi dei dipendenti, tutte spudorate: esternalizzare completamente il lavoro della sede di Livorno, appoggiandosi a soggetti terzi non meglio specificati, che comunque presentino “garanzia di consistenza patrimoniale”, ma senza nessuna garanzia di mantenere l’attuale livello occupazionale; “supportare” i dipendenti nel formare una società alla quale verrebbe garantito l’appalto dell’attuale lavoro per 3 anni; sperimentare la “flessibilità” assieme alla riduzione dei salari, ad un aumento di produttività e ad una “diminuzione dell’assenteismo”.
I lavoratori hanno capito che queste non sono soluzioni, sono solo tre diversi modi di stringersi un cappio al collo. Per questo sono tornati a scioperare.
Sciopero perché non sono i lavoratori che hanno causato la montagna di debiti che Bertani ha ereditato dalla precedente gestione. Non sono loro che devono pagare per i cattivi investimenti o per qualsiasi altro motivo stia all’origine di questi debiti. Del resto, la Bertani Spa non è esattamente un istituto di beneficenza; se ha acquistato il 100% delle azioni di Elia è evidente che ha calcolato di ricavarne un buon profitto. Spulciando nei suoi conti, per quanto questo sia possibile utilizzando le fonti accessibili al pubblico, ha un fatturato in aumento, più di 113 milioni e un patrimonio di oltre 76 milioni con solo 408 dipendenti (424 nel 2013). Con questa acquisizione punta al monopolio nazionale della movimentazione e trasporto autovetture sfruttando le migliaia di lavoratori dei subappalti.
Sciopero perché i lavoratori sanno delle vertenze contro la Bertani spa da parte di lavoratori di altre città, venduti a cooperative che non riconoscono tredicesima, quattordicesima, che riducono ferie e permessi e salari.
Se ripresa dell’economia italiana significa maggiori profitti ai padroni e salari da fame e orari impossibili per i lavoratori, questa ripresa i lavoratori non la vogliono.
Per questo e non per altro i lavoratori della F.lli Elia hanno ripreso a scioperare dal 14 ottobre. E lo sciopero, nel momento in cui scriviamo questa corrispondenza, è ancora in corso.
Corrispondenza F.lli Elia, Livorno