Liquidazione della Cargo: in pericolo l’occupazione e i diritti dei lavoratori

La società Cargo del gruppo Ferrovie dello Stato, sarà scorporata e riorganizzata come società di logistica a se stante. Questo almeno è quello che si ricava da fonti sindacali e da qualche anticipazione aziendale.

La cosa più preoccupante è lo stravolgimento dei diritti dei lavoratori che sembra annunciarsi. Nell’ambito di un sistema di lavoro che prevedrebbe uno stesso equipaggio (un macchinista e un “polifunzionale”) da origine a destino dei treni, i servizi con riposo fuori residenza, che attualmente possono impegnare il lavoratore per un massimo di 24 ore fra andata e ritorno, verrebbero portati a 30 ore. La “base operativa”, quella cioè dove il macchinista e l’agente polifunzionale iniziano il servizio, verrebbe stabilita in un raggio di 60 chilometri, costituendo di fatto un notevole prolungamento non retribuito dell’orario di lavoro. A completare il quadro, una “monetizzazione” del diritto al pasto, cioè dell’obbligo aziendale di contemplare una pausa di mezzora per la consumazione del pranzo o della cena, attraverso lo strumento dei ticket-pasto.

Non stupisce che con un tale stravolgimento normativo si pensi che gli attuali macchinisti e polifunzionali Cargo siano troppi.

Tentativi come questo, che vanno nel solco di un peggioramento delle condizioni di lavoro dei ferrovieri già sancito da due contratti nazionali consecutivi, devono essere respinti. C’è un limite a tutto! I ferrovieri sono esseri umani bisogna far intendere questa elementare verità alle imprese ferroviarie.

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