Ucraina : quando il potere denuncia i «totalitarismi»

Il 9 aprile, il Parlamento ucraino ha votato quattro leggi che condannano «i regimi totalitari comunisti e nazisti». Negare «il loro carattere criminale» o utilizzare in pubblico i loro simboli, canti o bandiere varranno fino a dieci anni di prigione.

Queste leggi proteggono anche «l'onore» di «chi ha combattuto per l'indipendenza dell'Ucraina nel 20° secolo», in parole più chiare, l'Esercito insurrezionale ucraino (UPA), che, dal 1939 al 1945, massacrò ebrei, polacchi e comunisti. Dopo aver lottato contro l'esercito sovietico a fianco di quello di Hitler, l'UPA si rivolse anche contro questo quando apparve chiaro che Berlino non voleva uno Stato ucraino. Il capo del UPA, Stepan Bandera, che aveva celebrato il grande Reich, fu allora arrestato. Una circostanza che consente oggi alla propaganda governativa di farne un eroe nazionale, nemico «dei due totalitarismi»!

Vedremo cosa farà il potere ucraino, una volta firmato i decreti d'applicazione di queste leggi. Ciò implica di cambiare il nome di numerose vie, città ed istituzioni che evocano fatti o personaggi che queste leggi condannano. Oltre a ciò pone enormi problemi amministrativi, postali, stradali, di anagrafe, ciò può scontentare anche gente che non apprezzava più di tanto il regime precedente, ma a cui tutto questo sconvolge la vita quotidiana. E poi ci sono anche tutti coloro che, senza sostenere i separatisti prorussi o la politica del Cremlino, restano ancora attaccati, se non a ciò che era l'URSS, almeno ad una storia personale e collettiva iscritta in un quadro sovietico. E questo passato, molti ucraini certamente lo paragonano al loro presente, con la guerra nell'Est e ovunque una tremenda regressione economica e sociale.

Il potere vorrebbe far dimenticare questo passato alla popolazione, dando tutte le colpe all'estero, innanzitutto russo. Inoltre, si dà i mezzi per prendersela con chi vorrebbe contestare la sua politica in nome degli interessi dei lavoratori. La legge lo autorizza infatti a reprimere un giornale che sfoggia la falce e il martello o un'organizzazione che fa riferimento alle lotte passate o future della classe operaia, qualificandole di totalitarie o semplicemente di prorusse.

Non farà certamente dispiacere alle potenze occidentali. Neanche dovrebbe preoccuparli la celebrazione di Bandera o la nomina del capo dell'organizzazione fascista Pravyi Sektor come consigliere dello Stato maggiore di un esercito ucraino armato dagli stati imperialisti e inquadrato da soldati canadesi o britannici. L'importante è che il potere di Kiev di cui si fanno tutori protegga gli interessi delle loro banche e grandi società presenti nel paese.

P.L.