Il partito liberale divenne opportunista, mandò in soffitta le sue ideologie e i suoi programmi concreti, si frantumò in tante cricche quanti sono i centri mercantili italiani, divenne vespaio di congreghe elettorali e di agenzie per il collocamento e la felice carriera di tutti gli sfaccendati e di tutti i parassiti. Così snaturato e corrotto, senza unità e gerarchia nazionale, il liberalismo finì col subordinarsi al cattolicismo, le cui energie sociali sono invece fortemente organizzate e accentrate e posseggono, nella gerarchia ecclesiastica, una ossatura millenaria, salda e preparata a ogni forma di lotta politica e di conquista delle coscienze e delle forze sociali: lo Stato italiano divenne l'esecutore del programma clericale e nel patto Gentiloni culmina un'azione subdola e tenace per ridurre lo Stato a una vera e propria teocrazia, per sottoporre l'amministrazione pubblica al controllo indiretto della gerarchia ecclesiastica.
A.Gramsci, 1918