Il 23 giugno, cinque mesi dopo l'inizio del loro sciopero cominciato il 23 gennaio scorso, decine di migliaia di minatori di platino sudafricani hanno votato la ripresa del lavoro. Riprendono alle loro condizioni, dopo aver fatto cedere i tre grandi consorzi del settore: la Anglo-American, la Lonmin e la Impala.
I minatori riprendono il lavoro a testa alta. Da cinque mesi questi grandi capitalisti ricchi a miliardi li accusavano di esprimere rivendicazioni esagerate e di mettere in ginocchio l'economia del paese, e scommettevano sull'esaurimento dello sciopero e la fame delle famiglie. Ma gli scioperanti hanno retto, nonostante la violenza e le provocazioni della polizia. Sono i padroni che hanno dovuto cedere.
I minatori non hanno ottenuto tutto. Chiedevano un salario minimo base di 12500 rands, ossia 870 euro. Ottengono un aumento di 2950 euro in tre anni che porterà il salario base a 7950 rands, ossia 550 euro e un aumento del 60%. Inoltre la maggior parte dei premi saranno indicizzati sul costo della vita.
Il 17 giugno le assemblee degli scioperanti avevano posto due condizioni all'accordo: il reintegro dei minatori licenziati e un premio di ripresa del lavoro. Sul primo punto i padroni hanno dovuto accettare e reintegrare 283 minatori. Sul secondo punto l'anticipazione dell'accordo al 1° luglio 2013 farà sì che i lavoratori percepiranno immediatamente un arretrato di 7000 rands (490 euro).
Il successo è tanto più notevole in quanto lo sciopero ha dovuto confrontarsi con l'ostilità della Cosatu, la principale confederazione sindacale sudafricana, legata al potere politico. Nell'agosto del 2012 alla miniera di Marikana 34 minatori erano morti sotto le pallottole della polizia, ma questa strage aveva provocato una grande ondata di scioperi a cui la Cosatu si era opposta. Quindi i minatori avevano creato un nuovo sindacato, l'Amcu, che è stato alla testa dello sciopero di questi mesi.
Nonostante l'isolamento che ne è risultato i minatori hanno vinto, al termine di uno sciopero che è stato il più lungo della storia del paese. Di fronte a gruppi capitalisti che sono fra i più ricchi del mondo, è una dimostrazione della potenza dell'azione collettiva e decisa degli sfruttati.
A.H.