Dal 16 gennaio, cioè da quasi due mesi, lo sciopero continua nella fabbrica di automobili di Aulnay-sous-Bois, vicina a Parigi, del gruppo PSA (Peugeot-Citroën). La direzione vuole chiudere e i lavoratori non accettano la scelta tra essere messi sul lastrico o essere trasferiti in un’altra fabbrica del gruppo a più di sessanta chilometri, senza alcuna garanzia del posto di lavoro.
Per giustificare la chiusura e la soppressione di più di 8000 posti di lavoro in tutto il gruppo, la PSA ha detto che era in forte difficoltà finanziarie, con una perdita di 5 miliardi di euro nel 2012, che sarebbe dovuta al calo del mercato.
È evidente però che si tratta di una bufala.
Di questi 5 miliardi, 4,7 miliardi sono da attribuire ad una “svalutazione degli utili”, cioè une semplice gioco contabile per cui si decide che da un giorno al domani gli impianti della PSA valgono 4,7 miliardi in meno! Ci si aggiungono 500 milioni, di “riserve per ristrutturazione”, cioè per pagare i licenziamenti.
Tutto questo per nascondere, al momento in cui la PSA prevede di licenziare e chiudere una fabbrica, che in realtà il gruppo è in buona salute finanziaria e avrebbe tutte le possibilità di mantenere i posti di lavoro e ripartire la produzione tra i vari impianti senza diminuire gli stipendi.
Ma la priorità per gli azionisti della PSA è di mantenere i profitti riducendo l’organico e aumentando lo sfruttamento degli operai restanti.
I lavoratori della fabbrica di Aulnay non lo accettano e la lotta prosegue.
Una parte sono in sciopero totale, e gli altri partecipano ad una parte delle azioni. Comunque, nonostante la mobilitazione di capi e capetti per fare pressione sugli operai, nessuna produzione esce da questa fabbrica.
Si organizza la solidarietà e grazie ai soldi raccolti tra i lavoratori delle varie fabbriche, alla fine febbraio si è potuto distribuire agli scioperanti la loro “busta paga” (fino a 800 euro) che permette di colmare il buco fatto dallo sciopero nello stipendio.
Al momento in cui in Francia come in Italia, col pretesto dell’aumento della competitività tutti i padroni vogliono diminuire gli organici, ridurre i salari ed aumentare lo sfruttamento, la lotta degli operai di Aulnay è anche una lotta per dire no a questa offensiva padronale appoggiata dal cosiddetto governo di sinistra.
È una lotta per affermare la dignità operaia.
A.F.