Grecia: la crisi si aggrava

Anche se in genere i giornali ne parlano meno, in Grecia la crisi economica e sociale continua a imperversare più che mai. La disoccupazione è altissima, oltre il 27%, centinaia di migliaia di famiglie sono rimaste senza reddito da mesi, se non da anni. Per queste famiglie ridotte sul lastrico non rimane che rivolgersi al "sissítio" (la mensa dei poveri) per avere almeno un po' di cibo per sopravvivere. Esistono disoccupati che fino a poco tempo fa avevano un lavoro e una casa di proprietà, molti di questi hanno perso la casa perché non sono stati più in grado di pagare il mutuo. I più "fortunati" che avevano già finito di pagare il mutuo non sono riusciti a pagare il salatissimo "karátsi" (il corrispettivo della nostra IMU). Poiché tale tassa si paga assieme all'energia elettrica, con la bolletta, chi non ce l’ha fatta a pagare, ha subìto anche l'interruzione a tempo indeterminato di questo indispensabile servizio. Fra l'altro in Grecia oltre il 90% delle famiglie cucina con fornelli elettrici, quindi niente luce e nemmeno la possibilità di scaldare una pentola d'acqua!

I prezzi dei prodotti alimentari, con i salari ormai vicini al dimezzamento, sono diventati proibitivi. In molte piazze ad Atene già da qualche tempo i contadini hanno organizzato una vendita diretta dei loro prodotti, chiaramente a prezzo più basso dato che vengono saltati gli intermediari, ogni volta c'è stata una ressa di gente e non è stato facile gestire la distribuzione.

Benzina, prodotti petroliferi e gas sono aumentati enormemente, il prezzo del petrolio di riscaldamento è triplicato, fino a poco tempo fa era il prodotto di riscaldamento più diffuso, oggi il suo consumo si è estremamente ridotto. Le case d'inverno rimangono fredde, specialmente nella Grecia continentale e settentrionale dove l'inverno è più rigido. Sono state riesumati vecchi modi di riscaldamento, come le stufe a legna. Anche il prezzo della legna da ardere è aumentato considerevolmente e in molte località la popolazione si approvvigiona abusivamente di legna tagliandola direttamente dai boschi come accadeva durante i tempi più duri della 2ª guerra mondiale, quando i boschi che circondavano Atene furono tutti abbattuti.

L'ultima sera di febbraio a Lárisa, la quinta città della Grecia, due giovani studenti universitari sono morti e tre sono rimasti gravemente intossicati per le esalazioni di ossido di carbonio provenienti da una stufa improvvisata che sostituiva l'ormai inaccessibile, per l'alto prezzo, riscaldamento a petrolio.

La tragedia ha fatto scaturire l'indignazione popolare contro la politica d'austerità del governo che con l'aumento dell'accisa sui prodotti petroliferi, costringe la popolazione a riscaldarsi in ogni modo spesso con sistemi poco sicuri.

All'abbassamento del tenore di vita si associa una generale decadenza dei servizi pubblici. Il sistema sanitario è al collasso, centinaia e centinaia di migliaia di persone perdendo il lavoro hanno perso anche il diritto all'assistenza medica, alcuni farmaci, come quelli oncologici, si reperiscono con difficoltà.

I trasporti pubblici funzionano sempre più stentatamente, la scuola è sempre più in difficoltà, il sussidio di disoccupazione che dura solo sei mesi da poco è stato ridotto a poco più di 300 euro.

Corruzione e ruberie non sembrano cessare, l'ex sindaco di Salonicco Vasílis Papagheorgópoulos è stato condannato all'ergastolo per essersi appropriato di 17 milioni di euro di contributi pensionistici e assicurativi dei dipendenti del suo comune. Una pena "esemplare". L'ex ministro socialista Theódoros Pángalos ha dichiarato che così fanno tutti i sindaci in Grecia, lasciando intendere che il problema non era tanto di "punire esemplarmente" ma di guarire il paese dalla sua "malattia morale".....

Mentre si assiste a tutto questo sfascio è stato lanciato un concorso per un progetto di ristrutturazione completa del centro di Atene. La gara per questo progetto, finanziata principalmente dalla Fondazione Onassis, è stata vinta da una società olandese.

A vedere il modello e i disegni di come dovrebbe diventare il centro di Atene c'è da essere entusiasti. Il centro, uno dei più caotici e inquinati d'Europa, dovrebbe trasformarsi in un territorio pulito, silenzioso verde, a misura d'uomo come quello di certi centri di alcune città del Nord Europa. Qualcuno si azzarda a sostenere che la cosa partirà velocemente e che i lavori (il cui costo è certamente di parecchie centinaia di milioni di euro, se non di più) saranno terminati entro il 2015.

Non possiamo dire, anche se abbiamo seri dubbi, se questo "sogno" di rinnovamento della capitale greca sarà realizzato e così presto. Una cosa però possiamo dirla: oggi, Atene con la sua crisi ci ricorda molte immagini dell'epoca della Grande Depressione, immagini di disoccupati in fila alle mense pubbliche per avere un piatto di minestra e senza casa che dormono per strada avvolti nei fogli di giornali.

Il capitalismo dopo aver illuso milioni di persone promettendo sviluppo e benessere crescente per un tempo indefinito e tornato a mostrarsi per quello che è: un sistema barbaro che in Grecia come altrove sta condannando milioni di persone ad una nuova, più dura, miseria.

Corrispondenza da Atene