Prima che i sindacati si decidessero a indicare nel 12 dicembre la data per uno sciopero unitario nazionale in risposta alla manovra di Monti, ci sono state alcune reazioni spontanee in varie aziende.
Alla Piaggio di Pontedera, una fabbrica che da anni si segnala per la sua combattività, i lavoratori hanno fermato il lavoro per due ore il 5 dicembre. Nonostante la pioggia battente hanno formato un corteo e sono sfilati in città, dopo avere simbolicamente occupato i binari della linea Pisa-Firenze per una decina di minuti. Gli operai cantavano “Bella ciao” mentre marciavano nelle strade di Pontedera e, arrivati sotto le finestre di un liceo locale, hanno gridato in direzione degli studenti affacciati :”Scioperate, unitevi a noi, perché vi rubano il futuro”. La segreteria nazionale della Fiom ha deciso di anticipare lo sciopero nazionale di otto ore, precedentemente programmato per il 16 dicembre, facendolo coincidere con quello unitario e generale di tre ore. Ma i metalmeccanici mantengono la durata dello sciopero a otto ore e la RSU della Piaggio di Pontedera, nel suo volantino di invito alla mobilitazione scrive che bisogna “tassare in modo serio e ineludibile i patrimoni dei ricchi. Lì i soldi ci sono, ma in Parlamento il capitale e la rendita dettano legge e i lavoratori non contano niente”. Parole chiare, finalmente!
Anche alla Fabio Perini di Lucca la RSU ha proclamato due ore di sciopero il 5 dicembre. Ma da tutta Italia arrivano notizie di scioperi e fermate spontanei. Ancora in Toscana l’Ansaldo-Breda di Pistoia e poi dal resto del Paese, La Fiat di Cassino, l’Ilva di Genova, l’Electrolux di Treviso…
Per far tornare indietro il governo, ma soprattutto per imporre la tutela dei propri salari e dei propri posti di lavoro ci vorranno lotte molto impegnative e il sacrificio di molte ore di sciopero. Ma non ci sono altre strade perché, come giustamente hanno scritto i delegati della Fiom di Pontedera: in Parlamento i lavoratori non contano niente.
Corrispondenza Toscana