Esselunga, Billa, Bennet… da tempo i centri logistici che forniscono i grandi supermercati, in particolare nel milanese, fanno ricorso a lavoratori precari. Sono spesso immigrati, assunti da cosiddette “cooperative” i cui padroni non si sentono nessun obbligo di rispettare gli accordi di categoria e in generale i diritti dei lavoratori. Ma da un po' di tempo questi lavoratori si organizzano, tra l'altro con l'aiuto di militanti dei sindacati di base, per fare riconoscere i loro diritti.
Così il 7 ottobre un centinaio di lavoratori del consorzio di cooperative Safra che lavora per i magazzini Esselunga di Pioltello, nella periferia est di Milano, hanno scioperato tutta la notte. Denunciavano in particolare i turni incontrollati e definiti a piacimento dai caporali, i carichi di lavoro insopportabili imposti col ricatto, l'autoritarismo dei responsabili interni. Infine chiedevano il pieno riconoscimento del sindacato dei lavoratori, una cosa di cui i padroni delle cooperative, ma anche quelli della Esselunga che ci fanno ricorso, non vogliono sentire parlare.
L'azienda ha risposto a questo sciopero annunciando la sospensione dei lavoratori promotori dell'azione. Ma nel pomeriggio del giovedì 13 ottobre questi si sono presentati ai cancelli dell'azienda per pretendere di entrare. La loro mossa ha dato vita ad un presidio che si è via via ingrossato con l'affluire di militanti del sindacato provenienti da tutta la regione, in particolare da altre cooperative, di operai del consorzio Safra che si sono fermati ai cancelli. Il risultato è stato una vittoria provvisoria: la sospensione è stata tramutata in ferie forzate, causa “riduzione di lavoro”.
In realtà era solo un modo per prendere tempo e continuare a tenere fuori gli operai più capaci di unire tutti gli altri in una lotta contro Safra e Esselunga. Infatti, finite le ferie forzate, è arrivata una sospensione (anche se retribuita) per “un rendimento lavorativo inferiore alla media degli altri operai”. Menzogne su menzogne! Grandi quanto i loro guadagni, creati proprio dai ritmi di lavoro esagerati a cui costringono gli operai.
Il 31 ottobre, un nuovo picchetto è cominciato davanti alla Esselunga, determinando il blocco dei cancelli e delle merci in entrata e in uscita. La mobilitazione rimane l'unica soluzione per rispondere ai tentativi di Esselunga – Safra di licenziare gli operai sindacalizzati e di tagliare la testa a questo inizio di battaglia contro condizioni di lavoro insostenibili. I lavoratori hanno dei diritti a cui non devono rinunciare.
Corrispondenza Milano