Come si sa, un senatore del partito di Berlusconi, Cristiano Eccher, ha presentato un disegno di legge per abolire il divieto di ricostituzione del partito fascista contenuto in una norma della Costituzione. Eccher, come qualsiasi persona di buon senso, sa benissimo che quella è stata una delle norme meno rispettate da che la Costituzione è entrata in vigore. Tutta la storia del neofascismo del dopoguerra è lì a testimoniarlo.
Ma allora perché proporre l’abolizione di una norma di fatto non operante? Perché gli uomini del governo di Centrodestra pensano che sia maturo il momento per una decisa sterzata in senso reazionario delle regole del gioco. Hanno bisogno di gesti simbolici che facciano capire al pubblico che tutto quello che "puzza" di comunista deve sparire. Fuori l’antifascismo dalla Costituzione, dunque!
Questa spinta, in alcuni probabilmente incontrollabile, a ridisegnare la cultura politica in modo da togliere legittimità ad ogni riferimento culturale, ad ogni sistema di idee, che si ritenga - più spesso a torto che a ragione - "comunista", affiora in mille modi dagli atti e dalle parole degli esponenti dei partiti di governo. Migliaia di persone cercano una possibilità di sopravvivenza su dei barconi diretti in Italia. Fuggono la fame, la morte, la guerra, le persecuzioni e le violenze. "Fora di ball !" dice il ministro Bossi, suscitando l’entusiasmo del suo codazzo di belve da osteria, poi il viceministro Castelli rincara la dose: "Non possiamo sparargli addosso, almeno per ora". E bravo!
E i libri di testo "comunisti"? E i professori di sinistra? Una trovata della Gelmini e di Berlusconi per far dimenticare che nelle scuole italiane mancano saponette e carta igienica? Sì, certo, anche. Ma anche un modo per definire l’ambito delle opinioni legittime all’interno del sistema educativo.
E tutto si aggiunge alla montagna di cose prima dette e poi rettificate, parzialmente ritrattate, reinterpretate. E intanto il veleno agisce. Intanto il limite di quello che si pensa lecito da dire e da ascoltare si sposta sempre di più verso il fascismo, il razzismo, la xenofobia e verso un anticomunismo che ricorda quello dell’America di Mc Carthy. Insensibilmente, proprio come ai tempi della "caccia alle streghe" americana, nella misura in cui ogni oppositore politico, ogni sindacalista, ogni intellettuale, si sente in dovere di giurare che non è e non è mai stato un comunista, l’asse della lotta politica ufficiale si sposta sempre più a destra.