Torino - Contro le leggi xenofobe del governo una manifestazione dai contenuti di classe

La crisi economica è sempre più grave? Il governo risponde con gli aiuti di stato a padroni e banchieri, con i provvedimenti di ordine pubblico per gli operai.

Lor signori si stanno preparando a fronteggiare la protesta sociale che potrebbe rivelarsi non più controllabile con la legislazione esistente. Come? A colpi di leggi che restringono il diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale e a colpi di leggi xenofobe e razziste dal duplice significato: dividere i lavoratori italiani da quelli stranieri e distogliere l’attenzione dalla chiusura quotidiana delle fabbriche, dai licenziamenti e dalla cassa integrazione sempre più massiccia, dai salari sempre più leggeri.

E’ questo il senso dell’ultimo decreto-sicurezza che lungi dall’eliminare la condizione di clandestinità, la incoraggia introducendo norme come la condizione di reato per chi entra nel paese senza permesso di soggiorno e per chi in Italia c’è già da anni ma ha perso il lavoro,imponendo una tassa di 200 euro per il rinnovo del permesso di soggiorno, non iscrizione all’anagrafe per chi “non è in regola” e conseguente perdita di ogni più elementare diritto, ampliando fino a 18 mesi la detenzione nei Centri di Identificazione ed Espulsione, togliendo nei fatti il diritto all’assistenza sanitaria all’immigrato privo di permesso di soggiorno che non potrà ricorrere alle cure del Pronto Soccorso senza correre il rischio di essere denunciato dai medici trasformati in informatori della polizia. Ultima ciliegina su questa torta è l’istituzione delle “ronde” che dovrebbero garantire la “sicurezza dei cittadini”. Chissà se queste ronde di “probi cittadini” andranno a fare il giro dei cantieri per segnalare quanti, immigrati e non, lavorano al nero e senza norme di sicurezza, chissà se segnaleranno i bottegai che non emettono gli scontrini fiscali…

Sabato 28 febbraio, a Torino, c’è stata una manifestazione contro queste leggi barbare. Un migliaio di partecipanti hanno attraversato il quartiere di Porta Palazzo prevalentemente abitato da immigrati. Erano proprio gli immigrati ad aprire il corteo, il quale questa volta, a differenza di quanto era avvenuto in precedenti manifestazioni, non assumeva un connotato religioso al grido di “Allah è grande!”, ma si caratterizzava per i contenuti di classe. Gli slogan e i comizietti improvvisati dagli immigrati denunciavano la loro condizione di sfruttati respingendo l’etichetta razzista di criminali, e affermavano con forza la necessità per i lavoratori italiani e stranieri di non più contrapporsi ma lottare insieme.

Corrispondenza da Torino